Ospite della trasmissione Momenti Amaranto, in onda su Video Touring (canale 655 del digitale terrestre), Emanuele Belardi, ex responsabile del settore giovanile e principale artefici della più che positiva stagione dei babies amaranto, è intervenuto in merito al divorzio con la Reggina ed un suo possibile futuro in riva allo Stretto.
Sul cambio di proprietà l’ex portiere è chiaro: “Da tifoso sono molto felice. Quale tifoso non sognerebbe una situazione del genere? Da un eccesso all’altro. Una società che possa affrontare una campagna acquisti come questa, ambire alle categorie che le competono e rispettare le parole date penso sia il massimo”. Ed ancora “Le cose che dice sono relative. Sta facendo i fatti. Per noi tifosi è un sogno. E’ una persona che in maniera pratica sta risolvendo milioni di problemi”.Â
Lui che ha visto crescere Cosenza non ha dubbi: “Ciccio ha 32 anni, una famiglia e due figli iscritti a scuola. Fare delle scelte è difficile. Oggi non può permetterselo. Non l’ho nemmeno sentito. So quanto tenga alla Reggina. Se sta facendo questa scelta è perchè ha delle esigenze di cui non può non tenere conto”.
La partita con il Monopoli lascia qualche rammarico, anche se: “Abbiamo la sensazione di giocarcela e vincere contro tutti. Il Monopoli è una squadra ostica, di categoria e con un allenatore competente. Il gol è stato preso in maniera un po’ ingenua. Fatto salvo questo errore, l’avremmo potuta portare a casa”.
La penalizzazione, secondo Belardi, potrebbe essere discussa: “Quando si rileva la società si acquisisce tutto. Per come ha parlato l’avvocato Iirit, ho conosciuto ed è una persona che non parla a vanvera, ci sono i presupposti per appellarsi a qualcosa.Â
Poi l’argomento si sposta sull’addio alla Reggina: “Vorrei chiarire una cosa. Il discorso mio non c’entra nulla con l’aspetto economico. Se io fossi stato attaccato all’aspetto economico, non mi sarei dimesso con tre anni di contratto. Ho sempre detto che problemi di soldi non ce n’erano. Sono andato via perchè sono venute a mancare parecchie circostanze e mi sono ritrovato solo. Era più dignitoso andare via. Quando ti scavalcano a livello lavorativo, quando non ti rispettano dal punto di vista umano è opportuno fare un passo indietro. Fortunatamente non ho bisogno di tuffarmi in avventure del genere. Io devo camminare a testa alta nella vita. Non scendo a compromessi. Se il mio ruolo è quello di portare i palloni, io li porto. Ognuno da le proprie versioni. Il giorno che mi sono dimesso andai a spiegarmi con il presidente. Purtroppo di alcune situazioni non ne era al corrente”.
E su un possibile ritorno con la nuova proprietà ed un’eventuale chiamata: “Anche nel periodo Praticò mi sono incontrato con Massimo. Sembrava potesse tornare tutto alla normalità . Mentre io ero al telefono con Taibi, è stato annunciato l’allenatore della Berretti. Mi incontrerò con l’avvocato Iiriti e dovremo discutere di tante cose. Se c’è da fare una chiacchierata la faremo. Io ringrazio tutte le persone che vorrebbero tornassi e mi dispiace se in quella scelta mia ho potuto creare disagi ai bambini. Ho una scuola calcio da undici anni, la mia decisione l’ho fatta per tutelare tante persone. Credo nella meritocrazia, nel non illudere le persone. Dal 6 giugno al 30 novembre non ho mai rilasciato alcuna intervista. Non mi sono mai permesso di dire che i risultati fossero merito miei. A me interessava il bene dei ragazzi e guardare al futuro. E’ difficile dire se potrei tornare. Ho ricevuto una proposta da una squadra importante”.Â
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