Si può fare rumore, anche stando in silenzio e con gli occhi lucidi. Si può urlare la propria rabbia anche attraverso lo sguardo. Le fiaccole di un centinaio di presenti, hanno illuminato Piazza Camagna e riscaldato, con il tepore della speranza, una serata reggina gelida come non mai. Verità e giustizia. E’ quanto chiedono, ancora una volta, i familiari e gli amici di Sissy Trovato Mazza, agente di Polizia Penitenziaria nonché giocatrice di calcio a 5 femminile, deceduta dopo due anni di dura lotta a seguito delle gravissime ferite alla testa, causate da un colpo di pistola esploso nell’ascensore dell’Ospedale civile di Venezia.
La manifestazione organizzata dal coordinamento di Libera Reggio Calabria, unitamente al “Comitato Civico di Sissy, la Calabria è con te“, ha voluto porre ancora una volta l’attenzione su una vicenda ancora tutta da chiarire, che oltre a cuori spezzati lascia una enormità di dubbi. A riprova di quanto appena detto, il gip di Venezia Barbara Lancieri, soltanto due mesi e mezzo fa, ha disposto nuove indagini sul caso, che in origine era stato bollato come suicidio.
<Mia figlia non si è suicidata-ha dichiarato trattenendo a stento le lacrime il signor Salvatore Trovato Mazza, papà di Sissy-, mia figlia è morta servendo lo Stato. Quella maledetta mattina è stata vittima di un complotto o non so cos’altro, ma bastava guardare il suo meraviglioso sorriso e l’amore che aveva verso la vita, per capire che non si tratta di suicidio. Per lungo tempo siamo stati lasciati soli, da chi di dovere non ho ricevuto neanche una telefonata o una parola di conforto. Da qualche mese invece, sento lo Stato un pò più vicino, e mi auguro che questo sia solo l’inizio per riuscire ad ottenere finalmente giustizia>.
Alle parole del signor Trovato, ha fatto da eco il pensiero della figlia Patrizia. <Mia sorella Sissy merita che vengano fuori la verità e la giustizia, non è giusto non sapere, dopo due anni, quello che è successo>. Giustizia. E’ la parola che più di tutte, ha rimbalzato da una parte all’altra di Piazza Camagna. Una giustizia che deve nascere dal coraggio, così come sottolinea Stefania Gurnari, componente del gruppo “memoria” di Libera. <Sissy è morta indossando con dignità ed onore una divisa dello Stato. Non si può morire così, non si può morire a 28 anni. Chi sa deve parlare. Così come ha detto il Procuratore Gratteri, i calabresi non sono omertosi, ma sono gente onesta che ha voglia di cambiare. Vogliamo verità e giustizia, le Istituzioni devono farsi avanti”.
Parole toccanti, come quelle pronunciate da Martina Cacciola, che insieme a Sissy occupava il ruolo di portiere in quella Pro Reggina capace di regalare alla città dello Stretto il tricolore, nel maggio del 2012. <Sissy era una combattente, un esempio per tutti. Ha lottato fino all’ultimo, ancora non mi sembra vero che non ci sia più. La nostra presenza, il nostro impegno, possono e devono dare un contributo affinché sia fatta luce su questa vicenda e venga fuori tutta la verità>. Tra i presenti, anche altre calciatrici ed amiche di Sissy ed alcuni rappresentanti dei Comuni di Taurianova e Palmi. Tutti uniti da una commozione profonda, autentica.
Le fiaccole piano piano si spengono, liberando nell’aria un profumo di estrema dignità e rispetto della vita. Ma ricordo di Sissy ed il desiderio di verità no, quelli non si spegneranno mai…
Ferdinando Ielasi
foto gallery: -Lillo D’Ascola-
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