Accadeva quando calcava i campi da gioco con le scarpette chiodate, lo ha voluto ribadire ancora una volta nella sua ‘prima’ da allenatore al “Granillo”. Vincenzo Italiano, tecnico del Trapani, è a tutti gli effetti un incubo per la Reggina: lo era da calciatore, si conferma tale anche adesso che siede in panchina.
Il gol del Trapani su rigore al 90′ è una beffa per la Reggina che aveva assaporato il dolce gusto di una vittoria prestigiosa contro la seconda della classe. Mister Italiano può sorridere per la sconfitta evitata e chissà che in quell’istante nella mente non gli siano tornati ricordi piacevoli di quando era lui il protagonista in campo e il “Granillo” un tempio da espugnare.
Stesso stadio, stessa porta, più o meno lo stesso minuto di gioco, ma quasi dieci anni prima: una sua staffilata da venticinque metri all’incrocio dei pali valse il successo del Chievo per 1-0 nell’ultimo anno di Serie A della Reggina. Stesso stadio, porta diversa, minuti finali di un rovente spareggio-salvezza di oltre diciassette anni fa: Italiano non segna ma vede andare in rete il compagno Cossato che beffa Taibi (c’è pure lui tra i protagonisti di questo Reggina-Trapani) e segna il gol che strozza l’urlo del “Granillo” e fa esplodere quello del Verona che resta in massima serie.
Corsi e ricorsi storici che lasciano il tempo che trovano, ma per sicurezza in casa Reggina ci si augura di non dover più ospitare mister Italiano al “Granillo” in futuro.
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