Ha suscitato non poche discussioni, in casa amaranto, la mancata (ri) acquisizione dello storico marchio appartenente alla Reggina Calcio. Di sicuro si è trattato di un evidente errore, così come ammesso dallo stesso club, al quale a nostro avviso bisognerà rimediare alla prima occasione utile, senza se e senza ma, per riunificare un percorso storico e cristallizzare un’identità lunga 104 anni. Allo stesso modo, abbiamo ritenuto fuori luogo alcune prese di posizione da “fucile puntato”, secondo le quali allo stato dell’arte quella che sta rappresentando la maglia amaranto non andrebbe considerata come Reggina. Per non parlare delle paventate possibilità di avere due squadre col nome Reggina, cosa che, oltre ad apparirci tecnicamente impossibile, rappresenterebbe a nostro parere un’autentica umiliazione epocale per l’intera città . Restando a questi ultimi punti, apriamo e chiudiamo parentesi, visto che non sono mai appartenuti allo stile di questa testata né le offese ai colleghi mascherate da articoli né le “baraonde virtuali”.
Sull’argomento specifico tuttavia, ci sembra davvero interessante quanto scritto dal dottor Fabrizio Condemi, il quale, oltre ad essere da sempre un grande tifoso amaranto, rappresenta ciò che è rimasto della Reggina Calcio, essendo uno dei curatori fallimentari del glorioso club presieduto da Benedetto prima e Foti poi, scomparso da ogni radar calcistico dopo aver scritto la leggenda del calcio reggino e non solo.
Lo stesso dottor Condemi, intervenendo in una “accesa” discussione nata sulla pagina facebook “Reggina Inimitabilmente Unica”, ha espresso un pensiero che dovrebbe far riflettere. <Scrivo solo perché vi sarebbero delle accuse che restano di chi le fa- si legge- e non certo questo il luogo per ribattere o altro. Io stesso in quella giornata (il riferimento è ad un convegno tenutosi nel corso de La Storia Amaranto, ndr)-ho specificato che per i tifosi e per la città la Reggina non è esattamente a Palazzo Alvaro ma al Granillo e domenica ha vinto una partita epica. Stop. Finisce qua ogni equivoco“. Il lungo intervento, continua attraverso un’analisi storica ed un paragone con quanto successo a Salerno, per poi concludersi con un altro pensiero importante: “I calciatori, i presidenti, persino gli stadi passano…Il tifoso è l’unico che resta sempre e il logo della Reggina Calcio farà parte della storia della Reggina, come quello degli anni 40 e come quello degli anni 2000>.
Un gesto che va sottolineato quello del dottor Condemi, in quanto figlio di grande maturità , serenità d’animo e voglia di costruire nel nome di un amore ultrasecolare. Un pensiero che dovrebbe far riflettere tutti noi, nessuno escluso…
*Per leggere l’intero intervento del dottor Condemi, clicca sulle foto all’interno dell’articolo.
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