E’ una giornata intrisa di sentimenti, quella che inizia da Piazza della Pace e finisce nella chiesa del Soccorso. E’ una giornata che nessuno avrebbe mai voluto vivere, che nessuno potrà mai dimenticare.
Il popolo amaranto e Reggio Calabria, dicono addio ad una autentica colonna storica, ad un figlio orgoglioso e fiero di questa città . Antonio Ferrara sta andando via, dopo aver illuminato l’anima ed il cuore di chiunque abbia avuto il privilegio di incrociare il suo cammino. Quarantanni di militanza Ultras, nella sua amata Curva. Negli stadi di tutta Italia. In mezzo alla gente. Quarantanni che lo hanno visto sempre protagonista, grazie ai suoi valori ed alla sua impareggiabile vena da artista. Disegni, striscioni, coreografie. Un consiglio ed un sorriso per tutti. Perché da quelli come Totò c’e solo da imparare. Perché a quelli come Totò, non puoi fare a meno di volere bene.
Prima di arrivare in Chiesa, Totò arriva per l’ultima volta vicino a quella Curva che ha contribuito a far diventare grande. Arriva insieme alla sua famiglia, una famiglia splendida proprio come lui. Ad aspettarlo, gli amici di ieri e di oggi. Gli amici di sempre. Ci sono gli Ultras amaranto, ma non solo. Ci sono i ragazzi del Total Kaos della Viola. Ci sono gli Ultras arrivati da Bari, da Siracusa, da Locri, da Messina, da Vibo, da Acireale. Chi non è riuscito ad essere presente, ha comunque dedicato un pensiero nella propria città . Perché nelle sue battaglie da combattente autentico, contro un male che lo ha tormentato per anni, Totò è stato sostenuto da più parti d’Italia. Il suo nome ed il suo ricordo hanno unito tutti, oggi non c’è distinzione tra tifoserie amiche e tifoserie rivali. Torce, bandiere, boati. Poi il corteo. Tutti dietro Totò. Sventolano le bandiere ed avanzano i vessilli, ma non vola una mosca. Un silenzio totale, un silenzio profondo. Un silenzio che piange.
Fuori dalla Chiesa, striscioni e pensieri. “ESEMPIO DI VITA E MENTALITA’, RIP FRATELLO ULTRA‘”. “UN ULTRAS NON MUORE MAI…CIAO TOTO’“. Guardando i volti segnati delle persone presenti, capisci che oggi il tempo a Reggio si è davvero fermato. Giovani e meno giovani, ragazzi e uomini di mezza età . Tre generazioni, quasi mezzo secolo trascorso, tutto racchiuso in un solo nome: Antonio Ferrara.
Totò esce, avvolto da sciarpe, applausi e lacrime. La gente è pronta a dargli un ultimo tributo, quello che si riserva ai migliori. Ci sono anche i vertici della Reggina, che per l’occasione hanno portato la maglia amaranto che lui ha amato fin da bambino. Su quella maglia né numeri né nomi di calciatori, ma la scritta “CIAO ANTONIO…IL GITANO“. In fondo alla Chiesa, si consumano le ultime emozioni. “PER ALCUNI UN PADRE, PER MOLTI UN FRATELLO, NEL CIELO AMARANTO CONTINUA A DAR VOCE AL TUO PENNELLO…CIAO TOTO’‘”, recita un lunghissimo striscione su sfondo amaranto. Si canta ancora, sempre più forte. A squarciagola. Si sventolano ancora le bandiere, si accendono altri fumogeni. E’ l’ultimo saluto a Totò, proprio come gli sarebbe piaciuto.
Buon viaggio Totò, questo è un articolo che non avrei mai voluto scrivere. Buon viaggio Totò, senza te saremo tutti più soli. Buon viaggio Totò, grazie a te avremo tutti un patrimonio di valori da tramandare. Buon viaggio Totò, tu e Pippo sarete sempre la storia più bella che racconteremo ai nostri figli, ed ai figli dei nostri figli…
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