Qualora ce ne siano, a quanto ammontano i debiti della Reggina? L’attuale minoranza del club, ha la possibilità di acquisire la maggioranza dello stesso? La P&P, rappresentata da Mimmo e Giuseppe Praticò, sarebbe disposta a cedere gratuitamente le proprie quote, oppure per l’acquisizione delle stesse bisognerebbe versare un corrispettivo in denaro?
Queste, in sintesi, le tre domande (clicca qui) formulate da Rnp in merito alla delicatissima situazione in cui versa il club dello Stretto. Domande che riteniamo cruciali oggi come non mai, dopo le dimissioni del Presidente Praticò e la conferma, da parte dello stesso, che la “P&P” non verserà più denaro nelle casse societarie. Una sorta di autogestione resa possibile da contributi della Lega ed incassi al botteghino, in attesa di capire quale sarà il futuro. A proposito di passi indietro, è giusto sottolineare che la società ha rotto il “surreale silenzio” inerente la riunione di lunedì, confermando peraltro che la stessa non ha spostato di una virgola i nuvoloni neri che ad oggi sovrastano il calcio nostrano.
Di certo, da queste parti si preannunciano altre settimane roventi, nelle quali l’argomento calcio (ma ormai questa non è una novità) passerà quasi inosservato. Oltre alle tre domande sopraelencate, si aprono due fronti di enorme importanza. Se qualcuno, con riferimento non solo al territorio reggino, è davvero interessato al club, oggi come non mai può tranquillamente uscire allo scoperto, e magari farlo nel modo più chiaro e trasparente possibile, anteponendo i fatti alle chiacchiere, ai “si dice” ed ai “chissà se…”. Il secondo fronte invece, apre ad altri interrogativi, e riguarda la manifestazione d’interesse resa nota dalla proprietà.
“La “Manifestazione” dovrà essere indirizzata al seguente indirizzo pec della P&P Sport S.r.l. ppsportsrl@pec.it ed inviata entro le ore 24 del 20 novembre 2018″, si legge testualmente nel comunicato di ieri sera. In pratica, l’interesse di un eventuale imprenditore o di una eventuale cordata, dovrebbe pervenire ai diretti interessati entro martedì prossimo. Perché un termine così perentorio? Perché dei tempi così fulminei, considerando anche che c’è di mezzo un week end? Perché un club in difficoltà così evidenti e gravi, invece di cercare la strada della flessibilità, fissa termini e condizioni tanto rapidi quanto imperativi (“la selezione ed eventuale accettazione spetterà esclusivamente alla Proprietà a suo insindacabile giudizio, senza che da ciò possa derivare in capo al proponente diritto ad alcuna rivendicazione…””) con scadenza definitiva al 5 dicembre?
La risposta sfugge alla nostra comprensione, anche perché, specie in casi del genere, di trattative lampo non abbiamo mai avuto contezza né notizia (ricordiamo che la trattativa tra Lillo Foti e Nick Scali, finita ahinoi senza lieto fine, iniziò nel dicembre del 2014 e si concluse a luglio del 2015).
In mezzo a questo mare in tempesta, bisogna tenere d’occhio l’umore di una squadra che di montagne russe, da luglio ad oggi, ne ha già viste più di una. Alibi a nessuno, lo abbiamo detto e lo ripeteremo fino alla nausea. Ma un clima così incerto, all’interno del quale la “depressione calcistica” della piazza sta ritoccando picchi massimi, potrebbe fare da apripista ad una sorta di smobilitazione. Gennaio non è poi così lontano…
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