Le parole di Antonio Cassano, che ha ricordato a Mauro Icardi come la serie A di oggi sia ben più facile di quella di un tempo, con specifico riferimento alla Reggina (che schierava gente come Baronio, Pirlo e Cozza), hanno avuto-ovviamente- una eco importante. Rnp affida il ricordo di quegli anni all’attuale dg della Reggina, Giusva Branca, il quale ha vissuto dal di dentro “gli anni d’oro” targati Reggina.
Condividi le dichiarazioni di Cassano?
Beh, direi di si; basti ricordare la lista infinita di campionissimi che abbiamo visto sfilare al Granillo…
Il riferimento esplicito è stato per una super-Reggina, quella del primo anno di A; la più forte di tutte, secondo te?
Era una Reggina bella e tosta. La più forte però, credo sia stata la Reggina di Mazzarri, quella del -11 per intenderci, ma anche quella con Mozart, Paredes Nakamura, Cozza e compagnia non scherzava…
Restando sull’amarcord, ti va di fare un giochino?…
Se leviamo l’aspetto ludico ad un gioco come quello del calcio, ne abbiamo ucciso l’anima. Prego, procedi pure…
Quale è stato il calciatore amaranto che più di tutti ha scritto la storia a caratteri di fuoco?
Direi Ciccio Cozza, senza alcun dubbio. Subito dietro di lui Giacchetta e Poli.
E quello che ha inciso maggiormente?
Sicuramente Massimo Taibi, ancora oggi il calciatore col miglior pedigree che ha scelto la Reggina (veniva dal Manchester), lasciando un segno immediato e profondo. Credo che sia stato anche il calciatore con maggiore personalità , oltre che il più pagato della storia…
Il calciatore più forte tecnicamente?
Sarebbe facile dire Pirlo, alla luce della carriera che ha sviluppato dopo, ma per quanto visto in campo con la maglia della Reggina io dico Nick Amoruso.
Il miglior allenatore?
I risultati ci dicono Walter Mazzarri, ed anche la cifra tecnica espressa in quegli anni. Tuttavia credo che gli anni di Colomba (ancora oggi il numero uno per presenze nella ultracentenaria storia amaranto), la sua signorilità , la sua altissima professionalità e il suo approccio altamente aziendalista, siano stati decisivi per poter sviluppare il cammino che poi si sviluppò.
L’emozione più grande che hai provato in quegli anni?
Sono veramente tante. Ne dico quattro, in ordine sparso: il rigore parato da Belardi al 90′ al San Siro, il gol di Cozza all’Olimpico, il gol di Bonazzoli allo spareggio di Bergamo ed il gol di Taibi all’Udinese.
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