Tredici anni fa, prese una Reggina allo sbando, per guidarla con mano sicura verso una tranquilla salvezza. Con Vincenzo Guerini, allenatore amaranto nella stagione 96-97, Reggionelpallone.it ha proseguito la sua carrellata di interviste esclusive. I ricordi di quell’avventura tanto breve quanto intensa, il punto sull’annata da poco trascorsa, le impressioni sul futuro che attende gli amaranto. E sopratutto, il parere di Guerini su Gianluca Atzori, che nella stagione sopracitata fu uno dei punti cardine della difesa allenata dal tecnico bresciano.
Sono passati ben 13 anni, da quando lei prese il posto di Adriano Buffoni in riva alo Stretto, portando la Reggina dall’ultimo posto ad una tranquilla salvezza. Che ricordo conserva di quell’ottima esperienza?
Un ricordo davvero eccezionale. Siamo riusciti a risalire la china domenica dopo domenica, finendo addirittura nella parte sinistra della classifica. Nonostante la situazione all’inizio fosse difficile, a Reggio c’era tanto entusiasmo, e questo ci diede una spinta maggiore. Riuscimmo ad esprimere un gran bel gioco, con tanti calciatori che hanno reso davvero al meglio: basti pensare al rendimento di Dionigi, autore di 24 gol. Mi rimane anche l’enorme soddisfazione di aver fatto esordire Simone Perrotta, destinato da lì a poco a diventare il campione che oggi tutti conoscono.
Insomma, quella da lei allenata era una squadra coraggiosa, che ha costruito una grande rimonta attraverso il sacrificio. Tutto il contrario della squadra di quest’anno …
E’ vero, quest’anno va dimenticato alla svelta. Alla società comunque credo non si possa imputare nulla, perché la squadra che ha costruito Foti era di prim’ordine. Vista la situazione dall’esterno, credo che il problema sia stato l’allenatore: Novellino è venuto in Calabria con troppa presunzione, dalle sue dichiarazioni sembrava quasi che vi stesse facendo un favore a lavorare a Reggio. In passato invece, tanti tecnici, compreso il sottoscritto, accoglievano con onore la possibilità di allenare la Reggina, e si calavano immediatamente nella realtà.
Restando in tema, qual è la squadra che in questa stagione l’ha stupita?
Al primo posto metto il Cittadella, che sulla carta non sembrava certo avere i mezzi per arrivare sino ai playoff. Al secondo invece l’Ancona, che nonostante un finale decadente, per tre quarti di torneo ha giocato un calcio molto bello, stazionando nelle primissime posizioni.
Secondo Vincenzo Guerini, cosa deve fare il presidente Foti affinché torni l’entusiasmo a Reggio Calabria?
Cosa deve fare non spetta assolutamente a me stabilirlo. Posso solo dire che in B è più che altro questione di mentalità: se non hai la voglia di arrivare prima dell’avversario, se non sei disposto a dare tutto e a metterti a disposizione del mister e dei compagni, allora non vai da nessuna parte.
Tornando alla Reggina 96-97, in quella squadra c’era Gianluca Atzori, ovvero il nuovo allenatore degli amaranto. Cosa ci può dire dell’Atzori-giocatore?
Si vedeva già all’ora, che la sua avventura nel mondo del calcio sarebbe continuata in panchina. Dettava i tempi alla difesa, era un vero e proprio leader: insomma, il classico “allenatore in campo”. Sono contentissimo per Gianluca, che ho sempre stimato e ritenuto un ragazzo squisito. Con il suo arrivo, credo che la Reggina risalirà la china e tornerà a recitare ruoli importanti.
Ferdinando Ielasi
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