Offese ripetute al direttore di gara, tentativo di irruzione con fare minaccioso nello spogliatoio della terna arbitrale e spinta ad un assistente che costringeva altri dirigenti ad intervenire per evitare il peggio. In seguito a tali episodi gravissimi, inerenti la gara interna contro la Casertana, il Giudice Sportivo di Lega Pro, con provvedimento datato 23 marzo (clicca qui), infliggeva la maxi-squalifica di sei mesi all’ex coordinatore dell’area tecnica della Reggina, Salvatore Basile.
Un comportamento che definire sconsiderato sarebbe un eufemismo, quello certificato dal Giudice Sportivo , che spingeva il club dello Stretto a prendere drastiche quanto inevitabili decisioni. Il 12 aprile infatti, la Reggina esonerava Basile “per la riaffermazione del buon nome del club e alla salvaguardia della sua immagine“, annunciando inoltre, considerata l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo, di “aver depositato lo scorso 3 aprile 2018, al Collegio Arbitrale della Lega Pro, ricorso per risoluzione contrattuale per inadempimento del tesserato“.
Allo stesso Collegio Arbitrale, si rivolgeva tuttavia anche il giovane dirigente, il quale oltre ad opporsi alla rescissione di cui sopra, chiedeva anche il risarcimento dei danni. Martedì scorso, è arrivata la decisione: il collegio Arbitrale (tra gli Arbitri chiamati a decidere, così come previsto in questi casi, uno era stato nominato dal “resistente”, ovvero dallo stesso Basile…) ha unanimemente riconosciuto le ragioni della Reggina, respingendo conseguenzialmente il ricorso di Basile e dichiarando non dovuta,a partire dallo scorso 3 aprile, la retribuzione nei confronti dell’ex Ischia e Vicenza,
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