Bancarotta fraudolenta, truffa ed una serie di reati tributari. Questa l’accusa mossa nei confronti di Lillo Foti e di altre otto persone, al termine delle indagini riguardanti il fallimento della Reggina Calcio.
A riportare il tutto è il giornalista Pietro Gaeta, nell’edizione odierna della Gazzetta del Sud. “Il sostituto procuratore Stefamo Musolino-si legge-ha chiuso le indagini sul fallimento della Reggina Calcio Spa ed ha avvisato nove indagati, i quali adesso avranno 20 giorni di tempo per fornire alla Procura della Repubblica la propria versione dei fatti e tentare di discolparsi. Il principale indagato, per avere distratto e occultato beni della Reggina Calcio Spa, è l’ex Presidente Lillo Foti. Indagato con lui per gli stessi reati pesanti è l’ex amministratore unico della Reggina, Giuseppe Ranieri. Secondo la Guardia di Finanza, tra il 2010 e il 2015 Foti tratteneva, non versava e si appropriava oltre 614mila euro di ritenute Irpef, stesso meccanismo lo attuavano per l’Iva. A ciò si deve aggiungere un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti“.
Sotto la lente d’ingrandimento, anche lo stadio Granillo, il centro sportivo Sant’Agata ed il marchio della Reggina Calcio. “Nel bilancio della Reggina –prosegue Gaeta-, Foti e Ranieri annotavano crediti vs Comune per migliorie su stadio Granillo, per un importo che sfiorava i 3 milioni di euro. Dalle indagini, invece, è emerso che non solo quel credito era inesistente, ma che, all’esito delle reali compensazioni tra le parti, era il Comune di Reggio Calabria a vantare un credito nei confronti dell’impresa fallita“.
Riguardo il centro sportivo, indagati anche due dirigenti dell’ex Provincia, Pietro Foti e Carmelo Barbaro, i quali “rispondono di abuso d’ufficio-si legge-perchè quando hanno ricoperto il ruolo di dirigente del Settore Demanio nella procedura per il rinnovo della concessione del Sant’Agata, intenzionalmente procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Reggina e ai suoi creditori privati che agivano per mezzo della Curatela”. Capitolo marchio: “Curiosa anche la storia del marchio della Reggina, che veniva iscritto a bilancio quale attivo, indicandolo, ancora nell’esercizio 2015/2016, in oltre 6.5 milioni di euro, a fronte di un valore effettivo non superiore all’epoca a 75mila euro“.
Commenti