Ci avviciniamo a grandi passi verso l’atto conclusivo dei Mondiali di Russia 2018, con sole quattro nazionali rimaste in corsa tra le trentadue che hanno preso il via a metà giugno. Tra una settimana, l’attesa finale di Mosca, ma prima si dovrà determinare chi, tra le quattro pretendenti, avrà il diritto di duellare per aggiudicarsi la corona iridata.
In attesa delle semifinali, andiamo a rivisitare i quarti di finale attraverso i protagonisti, nel bene e nel male, di questi incontri. Scegliere di inserire tra Top e Flop le singole nazionali non avrebbe avuto molto senso a questo punto, quindi in questo caso, la scelta è caduta esclusivamente sui singoli calciatori.
I FLOP dei quarti di finale
3° – Fernando Muslera (Uruguay) – In Italia, con la maglia della Lazio, si è spesso esibito in spettacoli catastrofici, cosa che in seguito, nei suoi sette anni al Galatasary, è divenuta sporadica. Ma Muslera è sempre Muslera, così al 61′ della sfida contro la Francia, con i suoi già in difficoltà dovendo recuperare un gol senza poter contare su Cavani, decide di andare ad intercettare un tiro insidioso ma senza pretese di Griezmann con le saponette anziché con le mani. Risultato? Un disastro, un colpo da K.O. per l’Uruguay, che forse non avrebbe comunque trovato il pareggio, ma avrebbe quantomeno potuto sperare fino alla fine.
2° – Fedor Smolov (Russia) – Per l’attaccante del Krasnodar un Mondiale da dimenticare: 222′ in campo nelle cinque partite giocate dalla Russia e zero gol all’attivo. Ma contro la Croazia la sua nazionale compie un’impresa, arrivando a giocarsi l’accesso alla semifinale ai rigori; Smolov viene scelto che primo cecchino, è l’occasione per riscattare un torneo fin qui opaco. Con un colpo di genio, il numero 10 russo (non un numero qualsiasi sulle spalle), decide di calciare (malissimo) una sorta di ‘mezzo cucchiaio’, che finisce proprio dove la stoviglia è solitamente destinata: in bocca al portiere Subasic, che ringrazia sentitamente. Fossero altri tempi, per Smolov ci sarebbe ad attenderlo un biglietto di sola andata per la Siberia.
1° – Neymar (Brasile) – Avrebbe dovuto essere il trascinatore della sua nazionale verso una vittoria che mancava da sedici anni; invece il Brasile non ha superato lo scoglio dei quarti di finale. Il campione del Paris St. Germain, fatta eccezione per gli ottavi, ha giocato un Mondiale al di sotto delle aspettative. E se a parziale giustificazione ci sono i tantissimi falli subiti, il suo atteggiamento da simulatore incallito ha infastidito il mondo intero, compresi molti brasiliani; anche contro il Belgio si è esibito in due o tre tentativi di ‘inganno’ nei confronti dell’arbitro, un modo di fare che rischia di penalizzarlo nel momento in cui il fallo c’è davvero.
I TOP dei quarti di finale
3° – Denis Cheryshev (Russia) – Al contrario del compagno di squadra Smolov, la punta del Villarreal ha giocato un gran Mondiale, facendo sognare il popolo russo grazie ad un gol meraviglioso contro la Croazia, la sua quarta rete in cinque partite, per lui che aveva iniziato il torneo da riserva contro l’Arabia Saudita; l’infortunio di Dzagoev al 24′ della partita d’esordio, da cattivo segno per la Russia, è diventata l’occasione per vedere all’opera Cheryshev, a segno due volte contro gli stessi arabi, una contro l’Egitto, per concludere con il sinistro terrificante e chirurgico spedito nel ‘sette’ con Subasic impietrito.
2° – Antoine Griezmann (Francia) – Decisivo, quasi sempre, o almeno quando non c’è una coppa da alzare ma solo uno step da superare. La punta dell’Atletico Madrid trascina la Francia contro l’Uruguay, fornisce su punizione il pallone giusto per la testa di Varane, poi chiude a doppia mandata l’incontro con la gentile collaborazione di Muslera, trovando la sua terza rete al Mondiale. Il più continuo tra gli attaccanti di Deschamps, sempre nel vivo del gioco, uomo-assist, rifinitore, cecchino e finalizzatore; se la Francia alzerà la coppa, potrebbe essere la volta buona per lui per prendersi quel Pallone d’Oro sfuggitogli (ingiustamente) in passato, con il compagno Mbappe nel ruolo di temibile rivale.
1° – Harry Maguire (Inghilterra) – Il venticinquenne difensore inglese sta disputando, insieme alla sua nazionale, un Mondiale da applausi; un riferimento preciso per il C.T. Southgate che ha puntato fermamente sul difensore del Leicester. Con le Foxes ha giocato l’ultima stagione, dopo due anni nel Hull tra Premier e Championship; Maguire due estati fa era in Francia in occasione dei campionati europei, solo che vi si era recato da turista insieme agli amici per tifare Inghilterra, rimanendo deluso ancora una volta; due anni dopo, eccolo ad eseguire uno stacco poderoso alla mezz’ora del primo tempo contro la Svezia, contribuendo al ritorno in semifinale dei Tre Leoni dopo 28 anni.
Numeri e curiosità – Tra le quattro semifinaliste, solamente due hanno vinto il titolo Mondiale in passato, ed entrambe quando si è giocato in casa loro: nel 1996 inglesi campioni a Wembley, nel 1998 francesi sul tetto del mondo all’ombra della Tour Eiffel. Il 1998 è stato anche l’anno dell’esordio ai Mondiali della Croazia, che giunse terza, miglior piazzamento nella breve storia della nazionale balcanica. Il quarto posto è invece il traguardo più alto raggiunto dal Belgio nella sua storia, nel 1986 in Messico, quando perse la finale di consolazione proprio contro la Francia, sua prossima avversaria. Azzerato il contingente extraeuropeo, con le ultime due sudamericane, Uruguay e Brasile, eliminate ai quarti; un segnale forte che sta forse ad indicare quanto il calcio del Vecchio Continente sia diventato concreto e disciplinato. I padroni di casa della Russia si sono fermati ai quarti di finale, non accadeva dal 1994 che il Paese ospitante non riuscisse ad approdare in semifinale: gli Stati Uniti allora si fermarono agli ottavi, battuti dai futuri campioni del Brasile.
Semifinali
10 luglio, ore 20 – Francia-Belgio – San Pietroburgo
11 luglio, ore 20 – Croazia-Inghilterra – Mosca
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