Sono ormai rimaste solamente otto nazionali in corsa per il titolo di Campione del Mondo, in un’edizione del Mondile, questa di Russia 2018, che non finisce mai di riservare sorprese e colpi di scena, tra eliminazioni clamorose, cocenti delusioni e protagonisti inattesi. Vediamo insieme chi si è distinto, nel e nel male, negli otto match ad eliminazione diretta disputati negli ultimi giorni.
I 5 FLOP degli ottavi di finale
5° – Keisuke Honda (Giappone) – Diciamocelo, in molti avranno pensato che l’abbia fatto di proposito, come vendetta per essere entrato in campo solo a 10′ dalla fine; ma a parte i pensieri maligni, Honda ha sulla coscienza l’eliminazione dei suoi. E’ il 94′, mancano 30″ ai supplementari, stai pareggiando 2-2 contro un avversario tecnicamente più forte contro il quale eri andato sul doppio vantaggio; hai un calcio d’angolo da battere e potresti gestire il pallone per far passare il tempo, e in ogni caso batterlo corto. Invece Honda pensa bene di crossare, senza pensare che i suoi compagni di squadra non superano il metro e mezzo di altezza, regalando un contropiede con i fiocchi a quelle schegge del Belgio, forse l’unica ripartenza concessa in tutta la partita. Purtroppo decisiva per eliminare il Giappone. Se il C.T. belga i cambi li ha azzeccati, il povero Nishino decisamente no.
4° – Carlos Sanchez & Carlos Bacca (Colombia) – Mondiale da dimenticare per il difensore della Fiorentina e per l’attaccante di proprietà del Milan. Sanchez aveva esordito con una ‘parata’ al 2′ contro il Giappone, beccandosi il rosso e lasciando i suoi in dieci per tutta la partita; ha chiuso la sua esperienza russa placcando platealmente Kane sotto gli occhi dell’arbitro, riuscendo anche a protestare. Per Bacca due spezzoni di partita nel girone, poi l’ultima mezz’ora contro l’Inghilterra, con tanto di cartellino giallo tre minuti dopo il suo ingresso; infine, il rigore calciato malissimo che ha consegnato agli inglesi il passaggio ai quarti. Carlos&Carlos, un nome, due disastri.
3° – Difesa del Belgio – Farsi impallinare per due volte in pochi minuti da un Giappone che in attacco non ha propriamente delle ‘bocche da fuoco’, non è da tutti. Il Belgio è riuscito in questa impresa, rischiando di salutare la Russia con grande anticipo. La velocità di Haraguchi lasciato scappare via in posizione regolare prima, e la libertà di calciare dai venti metri concessa a Inui poco dopo, sono campanelli d’allarme dei quali dovrà tener conto il C.T. Martinez, che nella prossima partita non avrà più contro Osako e Kagawa, bensì Neymar e compagni.
2° – Difesa dell’Argentina – In tema di difese da brividi, l’Argentina si è riconfermata dopo i disastri della fase a gironi; cambiare il portiere non è bastato se poi Rojo, Otamendi, Mascherano e tutti gli altri si fanno prendere a pallonate da una Francia sì superiore, ma che ha avuto vita facile soprattutto grazie ad una difesa nella quale un bradipo avrebbe forse fatto miglior figura. Da rottamare.
1° – Spagna – Senza idee, senza stimoli, senza lucidità . La Spagna viene eliminata ai rigori dai padroni di casa della Russia, esprimendo 120′ di sterile possesso palla, una bruttissima copia del ‘tiki taka’. Colpa di Hierro? Sì e no, anche se lasciare in panchina Iniesta non è stata forse la scelta migliore. Colpa di Lopetegui? In buona parte sì, in fondo è stato lui a scegliere chi portare in Russia. Quel che è certo, è che queste Furie Rosse erano tutto tranne che furiose.
I 5 TOP degli ottavi di finale
5° – Giappone – L’impresa sfiorata dai nipponici contro il Belgio è da leggenda. Organizzazione difensiva meticolosa, lucidità costante, manovra apprezzabile, buona lettura del match, ma soprattutto una dimostrazione eccellente di serenità nel giocare il pallone. Il Giappone del match contro il Belgio si è decisamente fatto perdonare per la pantomima messa in scena contro la Polonia; poi la superiorità tecnica belga ha fatto la differenza, come anche le sostituzioni, ed in questo senso, di Honda ne abbiamo parlato già nei Flop.
4° – Kasper Schmeichel (Danimarca) – Quarto posto solo perché la Danimarca è stata comunque eliminata, ma il buon Kasper ci ha provato in tutti i modi a tenerla in corsa, sognando di emulare l’impresa di papà Peter che nel 1992 portò gli scandinavi sul tetto d’Europa. Schmeichel riesce a bloccare il rigore di un cecchino formidabile come Modric al 116′, rinviando tutto alla lotteria finale, dove si esibisce in altri due grandi interventi; purtroppo per lui, i suoi compagni non se la cavano granché con i penalty e la Croazia fa festa. Ma per Kasper e la Danimarca gli applausi sono meritati.
3° – Edinson Cavani & l’Uruguay – Con una doppietta il Matador stende il Portogallo di un Cristiano Ronaldo latitante per 90′. L’Uruguay è una bella orchestra che regge fino alla fine sotto il forcing dei lusitani, passando meritatamente ai quarti di finale; purtroppo però per Cavani il Mondiale potrebbe già essere finito a causa di un problema al polpaccio, difficile che rientri per il match contro i transalpini.
2° – Francia – Tutto facile o quasi per la nazionale di Deschamps contro l’Argentina, messa sotto per una buona mezz’ora dalla superiorità tecnica e atletica che i francesi mostrano in ogni reparto. Il narcisismo però è un difetto di Mbappe e compagni, che iniziano a passeggiare per il campo con fare altezzoso. L’Argentina prende campo e ne approfitta pareggiando con Di Maria e ribaltando il tutto nella ripresa. Presa a schiaffi, la Francia si scuote e torna a giocare come nella prima mezz’ora, demolendo difese e speranze di un’Albiceleste che per una decina di minuti aveva creduto di aver scacciato i fantasmi della fase a gironi. Se gioca sempre su questi ritmi, la nazionale francese è la maggior candidata per alzare il trofeo.
1° – Brasile – Il Messico era avversario ostico, ma il Brasile ha giocato una grande partita, soffrendo un po’ inizialmente, poi schiacciando i messicani e affondandoli due volte. Ancora non convince tantissimo nel gioco la nazionale verdeoro, ma con la qualità espressa può sopperire ai momenti di scarsa vena. Nota a margine per Neymar: il calciatore più vessato dagli avversari, ma certamente anche molto provocatorio a causa del suo modo eccessivo di rotolarsi per terra anche per un colpetto minimo, quasi che lo avessero crivellato di proiettili. Se il Brasile non vincerà il Mondiale, almeno Neymar potrà ambire al Premio Oscar.
Menzioni speciali – Russia & Svezia – Sono le sorprese giunte ai quarti di finale. I padroni di casa, dopo un girone tutto sommato agevole, hanno fatto fuori la Spagna; ci ha provato in tutti i modi il ‘vecchio’ Ignashevich a far perdere i suoi, riuscendo anche a segnare un autogol, ma è stato inutile, e ai rigori, il suo penalty lo ha calciato bene, in barba a chi pensava che ne avrebbe combinata un’altra delle sue. Per Akinfeev, il portiere russo, è forse il momento più bello della sua carriera, da disastro umano (lo sa bene Fabio Capello) a eroe nazionale grazie ai rigori parati contro la Spagna. Occhio però alla partita con la Croazia, perché con lui, la ‘papera’ è sempre in agguato. Riguardo la Svezia, chi se lo sarebbe aspettato di vederla tra le prime otto? Nelle qualificazioni aveva eliminato l’Olanda nel girone e l’Italia negli spareggi; al Mondiale ha mandato a casa la Germania, pur perdendo contro i tedeschi al 95′, e battuto una Svizzera deludente. Insomma, tanto scarsi poi non sono questi svedesi, capaci di non subire gol per 10 volte nelle ultime 15 partite. E pensare che c’era chi pensava che l’assenza di Ibrahimovic avrebbe avuto un peso enorme.
Quarti di finale
Uruguay-Francia
Brasile-Belgio
Russia-Croazia
Svezia-Inghilterra
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