Ci si lega per lavoro, ma si finisce con l’andare oltre. Subentrano le emozioni e scavano un solco nel profondo del cuore. Saranno pure effimere, ma ce le si porta dentro per tutta la vita. Ivan Franceschini e la Reggina, hanno dato tanto e ricevuto altrettanto: ospite dell’A tu per tu di oggi l’ex difensore amaranto.
30 aprile, data storica da queste parti. Dodici anni fa la vittoria per 3-0 in casa con i cugini del Messina: giallorossi in Serie B, Reggina salva. Ivan Franceschini era in campo: cosa si prova a giocare una partita del genere e sentire addosso il peso del risultato?
“Sappiamo tutti il peso che ha questa gara a Reggio Calabria, esula da ogni discorso di classifica. Quel giorno, però, la posta in palio era troppo alta: i sette punti di vantaggio sul Messina non erano un bottino rassicurante, considerando che avremmo dovuto affrontare poi Juventus e Fiorentina, una in lizza per lo scudetto e l’altra per la Champions. Un eventuale passo falso ci avrebbe risucchiato nel vortice della zona retrocessione. Per noi si trattava di una gara dentro o fuori. Di quel giorno ricordo tensione, tanta. Vuoi per il caldo, vuoi per l’importanza della partita, alla fine riuscimmo a fare nostra la posta in palio”.
Ci racconti un aneddoto legato a quella giornata?
“Quello che non potrò dimenticare era la pressione che avvertivamo. Sapevamo quanto contasse per i nostri tifosi questa partita. La vigilia della partita la passammo in ritiro a Gallico, con lo Stretto a fare da sfondo. Il nostro sguardo ed il nostro pensiero erano rivolti lì, ai nostri avversari e a cosa avessero in serbo per noi. La bravura è stata del tecnico, nel preparare la gara nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso”.
E’ partita la programmazione per la stagione a venire, all’insegna di quella che la società definisce “identità”. E’ la strada giusta per riaccendere l’amore del pubblico verso i colori amaranto?
“Questo purtroppo non posso dirlo, avendola vissuta da fuori non conosco le dinamiche interne e come è stata programmata la stagione passata. E’ normale che i tifosi siano legati e si identifichino in giocatori che hanno indossato, nel passato, la maglia della Reggina. Sicuramente partono con il vantaggio si conoscere piazza ed ambiente”.
Cosa c’è nel futuro di Ivan Franceschini?
“Sono fermo praticamente da un anno, rinunciando a qualche proposta nell’attesa di trovare l’occasione giusta per rimettermi in gioco. Nel corso di questi mesi ho cercato di migliorare in quanto a conoscenza e programmazione del lavoro. Non nego che mi piacerebbe tornare il prima possibile in pista e quello che è certo è che lo farò…”
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