Nel calcio, non può essere altrimenti, a far felice il pubblico sono i risultati. E’ questione di atteggiamento. Lo stesso che, in caso di sconfitta, ti dà comunque motivo di lasciare il campo a testa alta. Così è successo ieri, con la Reggina padrona del campo per 90 minuti, ma che non è riuscita nell’intento di rimettere in piedi il match. E non dimentichiamo che al Granillo ieri era di scena il Lecce: una compagine sicuramente in crisi e che, utilizzando dei parametri di giudizi più che oggettivi (statistiche in primis), non ha dato l’impressione di essere la capolista del girone C praticamente da 20 giornate, ma che resta pur sempre in cima alla classifica.
A questa squadra, spesso e volentieri, abbiamo rimproverato di essere poco avvezza a giocare a calcio. Sono ancora vive negli occhi le incresciose prestazioni infilate nei mesi di novembre-dicembre ed il periodo poco felice di febbraio-marzo. La Reggina ha ritrovato fame, mordente e idee. Che sia merito di un centrocampo rivoluzionato? L’esperienza, si sa, fa la differenza in qualsiasi categoria. I tre “vecchietti” hanno preso per mano la squadra e le hanno mostrato la direzione giusta. Per la salvezza, però, serviranno almeno due vittorie…
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