Un punto nelle ultime sei giornate, sette considerando il turno di riposo. La Reggina resta inchiodata a quota 18 e adesso, voltandosi, vede il baratro. Tre punti di vantaggio sulla zona playout e una gara in più rispetto agli avversari, per una squadra in piena crisi un margine tutt’altro che rassicurante. A Castellammare illude Fortunato portando in vantaggio la squadra dello Stretto, raggiunta e rimontata dalla Juve Stabia nella ripresa.
LA GARA – Out Porcino per squalifica, Bezziccheri, Garufi e Sciamanna per infortunio, Maurizi rinuncia anche a Di Filippo e sceglie Gatti al centro della difesa: quattro sconfitte intervallate dallo scialbo 0-0 casalingo con il Bisceglie impongono una reazione alla Reggina contro una Juve Stabia rinfrancata dai tre risultati utili consecutivi. Sulla panchina delle vespe siede Fabio Caserta, melitese che formalmente non può esser considerato un ex amaranto ma nella sostanza è come se lo fosse considerata la caparbietà e l’orgoglio con il quale ha inseguito la possibilità di vestire la maglia della Reggina nel corso della sua lunga e fortunata carriera.
In avvio la Juve Stabia sfonda sulla propria corsia di destra con Canotto, autore di due pericolosissimi cross sui quali è la testa di Laezza a disinnescare la minaccia. Premono i padroni di casa, passa la Reggina. Angolo per i campani, ribattuta della difesa, Tulissi ribalta l’azione, allarga per De Francesco, c’è Bianchimano in area ma il capitano ha gli occhi anche dietro la schiena e vede Fortunato a rimorchio, bravo – anzi bravissimo – a concludere di prima intenzione di piatto destro sotto la traversa. Sbloccato l’incontro, la Reggina si rifugia ulteriormente nel contropiede e rischia esclusivamente in seguito a propri errori.
Al 23′ Cucchietti sbaglia totalmente l’uscita, non trova il pallone e travolge Solerio, Paponi non riesce ad intervenire ed è il solito Laezza a liberare l’area anticipando Simeri. Tentativo di suicidio amaranto all’ultimo minuto della prima frazione quando Solerio sceglie di intervenire di tacco per anticipare Canotto, manca clamorosamente la sfera e apparecchia una chance d’oro per l’esterno stabiese che grazia lui e la Reggina sparando sul fondo.
L’intervallo non sembra dare una scossa all’incontro che, anzi, sembra sedimentarsi. Proprio quando gli amaranto sembrano aver raggiunto il controllo del match, arriva il pari. Minuto 63, sugli sviluppi di un angolo contestato è Luigi Viola a raccogliere il pallone e sbatterlo in porta con un sinistro violento e preciso. Sbanda la squadra dello Stretto, per due volte perdonata da Paponi, non da Bachini al 76′ che sempre su angolo sfugge alla marcatura di Mezavilla e inganna Cucchietti schiacciando di testa.
Sparacello per De Francesco, poi Di Livio al posto di Fortunato: così Maurizi prova a riacciuffare il match ma è ancora Paponi ad avere la palla giusta sul destro, bella conclusione ma è bravo questa volta Cucchietti. Una vera reazione non c’è, ma la grande opportunità arriva con Marino che mira l’angolo basso ed è necessario un intervento super di Branduani per dire di no.
Non succede altro. La Reggina chiude con restituendo l’ormai consueta sensazione di disarmo, raccogliendo l’ennesima sconfitta: se domenica una tra Casertana, Andria e Paganese cogliesse la vittoria gli amaranto si ritroverebbero in piena zona playout. L’allarme è suonato da un pezzo.
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