Sarà un dicembre di fuoco per la Catanzaro calcistica. Non tanto per il calcio giocato, che in questo week end vedrà riposare i ragazzi di Dionigi, così come stabilito da calendario.
L’appuntamento da cerchiare in rosso per le “aquile”, è quello di venerdì 15 dicembre, giorno dell’udienza (fissata con procedura d’urgenza) davanti al Tribunale Federale Nazionale. Catanzaro ed Avellino, dovranno difendersi dall’accusa di “presunta tentata combine”, riguardante la sfida del 2013 tra i giallorossi ed i biancoverdi. Il deferimento della Procura Federale, ha origini dall’inchiesta giudiziaria Money Gate, che nello scorso maggio portò all’arresto dell’ex Presidente Cosentino. L’inchiesta in questione nasce per far luce su presunti reati di natura fiscale, ma nell’ambito delle intercettazioni, gli investigatori hanno messo alla luce alcune telefonate nelle quali, secondo l’impianto accusatorio, emerge la presunta volontà di far finire in pareggio la gara giocata al Ceravolo nel maggio 2013 (per la cronaca il risultato finale fu di 1-0 per i campani, i quali grazie a quel successo fecero ritorno in B).
L’attuale proprietà , presieduta da Floriano Noto, si trova dunque a fare i conti con una vicenda riguardo la quale è completamente estranea.Â
“La società giallorossa- si legge sul Quotidiano del Sud, nell’articolo del collega Antonio Ciampa- sta allestendo la propria difesa, affidandosi, in combinato con l’avvocato Sabrina Rondinelli, già legale della vecchia società e dei vecchi proprietari, anche all’avvocato Nicola Cantafora, esperto penalista catanzarese e socio, per il tramite dell’Associazione A 1971, dell’attuale società . Tra le carte da giocare, oltre alla mancanza di riscontri oggettivi alle parole in libertà dell’ex Presidente Cosentino, intercettate nell’inchiesta penale da cui prende le mosse l’inchiesta sportiva, anche l’assoluta estraneità dell’attuale società , che rischia di pagare per vicende che non gli sono in alcun modo addebitabili“.
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