Nonostante un leggerissimo calo di rendimento, manifestatosi nelle ultime gare, Tommaso Cucchietti resta uno dei protagonisti assoluti della Reggina edizione 2017/2018. Il giovanissimo portiere, arrivato in riva allo Stretto in prestito secco dal Torino, ha dimostrato a suon di interventi miracolosi di meritare la grande considerazione dei tanti addetti ai lavori, i quali hanno previsto per lui un futuro radioso.
Di seguito, tutti i passaggi salienti relativi alla conferenza stampa tenuta oggi dal classe ’98 al centro sportivo Sant’Agata (fonte: video pagina ufficiale facebook Reggina 1914).
NESSUN LIMITE–Mi hanno sempre riconosciuto buone capacità sulle palle alte. Bisogna sempre lavorare per crescere e migliorarsi, da parte mia accetto qualsiasi critica e osservazione. L’obiettivo immediato è quello di arrivare il più in alto possibile con la Reggina, quest’anno stiamo facendo un buon campionato, il nostro è un bel cammino che può farci togliere delle belle soddisfazioni. Spero di giocare il più in alto possibile, non mi pongo limiti altrimenti non avrebbe senso giocare a calcio né intraprendere una carriera in questo sport.
GIA’ PRONTO…Impatto positivo? Volevo far bene, ero convinto di far bene. A volte ho superato anche le mie più rosee previsioni, ma sono consapevole delle mie qualità . Il calcio professionistico lo avevo già vissuto facendo il terzo portiere nel Torino, quindi ero già preparato al fatto di giocare con calciatori più esperti e maliziosi.
INTERVENTI DECISIVI–Le parate che mi piacciono di più sono sempre quelle sul finire della partita, quindi se devo scegliere la parata più bella fatta fino ad oggi, dico quella col Catanzaro. Ho bei ricordi anche del rigore parato a Pagani e della partita col Catania. A Lecce secondo me abbiamo preso tre grandi gol affrontando squadre di un certo spessore è normale che ci possa essere la bravura del singolo. Errore mio sul terso gol? Ripeto, sono stati tutti bei gol, fermo restando che sto lavorando, e devo continuare a farlo, per prendere più palloni possibili ed aiutare la squadra. Contro il Bisceglie, nella loro occasione del secondo tempo, sono convinto che se fossi rimasto in porta avremmo preso gol, perchè Montinaro avrebbe creato un due contro uno; ho valutato che aveva la palla sul sinistro ma è un destro, quindi uscendo così alto l’ho invogliato a calciare…
IDOLO BUFFON-Ho iniziato per caso a giocare, insieme a due amici. All’inizio non andavo pazzo per il calcio e non giocavo portiere, poi il responsabile del settore giovanile del Toro, Silvano Benedetti, mi ha consigliato di andare in porta…Da piccolino non sono mai stato un giocatore di punta delle mie annate, poi piano piano, con il lavoro, le cose sono migliorate. Il mio portiere di riferimento? Gigi Buffon è un idolo degli italiani, non c’è ragazzo che voglia fare questo ruolo che non si ispiri a lui. Un portiere che invece mi piace molto è Courtois del Lecce. Il ruolo del portiere è completamente diverso dagli altri dieci, la difficoltà maggiore sta nella concentrazione, quando durante la partita si rimane isolati. Bisogna essere un pò matti per giocare in porta? Da quando indossi i guanti la prima volta sai che bisogna avere certe caratteristiche di gioco, quindi matti per gli altri forse, ma non per noi…
SENZA ULTRAS, CHE PECCATO…Mi dispiace molto per la Curva Sud, ci dava una grande carica. E’ un peccato non avere dei tifosi così caldi a sostenere la maglia, una rosa così giovane potrebbe essere aiutata da un pubblico caloroso. La Nazionale? Ho fatto tutta la trafila fino all’Under 19, ma penso principalmente al mio percorso con il club. Quando ero al Torino pensavo solo al Torino, ora che sono alla Reggina penso alla Reggina: se dovesse arrivare anche la Nazionale, sarebbe un di più.
IN CAMPO PER VINCERE-Possiamo fare davvero bene, pensiamo a salvarci e poi tutto quello che verrà sarà un di più. Con l’Akragas possiamo approfittare della loro posizione di classifica, ma la nostra mentalità non cambia: affrontiamo gli avversari per vincere, lo abbiamo fatto anche quando siamo andati a Lecce.
PRESENTE AMARANTO, FUTURO GRANATA-Ho saputo di venire a Reggio mentre ero al mare con la mia fidanzata, rispetto alle altre opportunità mi sembrava quella più adatta. Sapevo di venire in una città dove i tifosi apprezzavano società e squadra e volevano venire volentieri allo stadio. Reggio mi ricorda un pò Torino, dove i tifosi sono molto attaccati alla squadra. E’ la mia prima volta al Sud, ero abituato ad una città diversa ma fin da subito mi sono trovato bene. Io portiere del Torino del futuro? Non posso dirlo con certezza, ma lo spero…
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