Impossibile smentire i dati e le statistiche. Si può leggerli a seconda del proprio punto di vista, utilizzarli per sostenere o smentire una tesi, ma davanti all’evidenza non si può fare a meno che analizzare con obiettività . La difesa inizia a scricchiolare. Sono cinque i gol subiti nelle ultime due gare di campionato. Il valore degli avversari incontrati nei 180 minuti appena trascorsi non lo scopriamo di certo noi, né tanto meno la quota tecnica degli avanti di Siracusa e Lecce. Nelle uscite precedenti, però, la retroguardia della Reggina ci aveva abituato a ben altri numeri.
Solo due le reti incassate da Tommaso Cucchietti dalla vittoria con la Fidelis Andria al pari di Caserta. Due clean sheet, tanti elogi e una difesa che sembrava avesse trovato la propria intelaiatura. E invece il pari con la Casertana e l’espulsione di Laezza hanno nuovamente messo un punto interrogativo sulle scelte e sulla “titolarità ” di alcuni elementi. Chi schierare con il Siracusa?
Così come già detto in tempi non sospetti, l’unico a godere della totale fiducia di mister Maurizi è Nicolas di Filippo. La sua costanza di rendimento e la grande personalità che dimostra sul campo non mette assolutamente in discussione il suo impiego dal primo minuto. Discorso un po’ differente per Gatti e Laezza. Il primo paga lo scotto del passaggio dal settore giovanile al professionismo, oltre che la poca esperienza. Sul secondo pende una questione da non sottovalutare: la foga agonistica può fare la differenza per un difensore di ruolo, ma se si travalica il confine si rischia di scadere nell’irruenza. E ciò rappresenta un danno all’economia di una partita. Nessun’accusa personale, ma un rischio dal quale è bene guardarsi.
Sulle fasce Solerio è di sicuro una risorsa importante, anche in un eventuale cambio di disposizione tattica, così come visto a Lecce. Pasqualoni ha trovato una certa continuità , ma la sua presenza dipende sicuramente dalle scelte prese sulla coppia centrale di difesa. Da decifrare, infine, il ruolo che mister Maurizi immagina per Toti Porcino.
Con il Lecce si è toccato con mano la confusione di un reparto che non gode in questo momento di certezze. Emblematico è il caso del primo gol subito da Torromino: la difesa scala male verso destra e la diagonale di Porcino è troppo profonda. Sulla retroguardia amaranto piovono un mare di punti interrogativi. Abbondanza e non solo, per il tecnico della Reggina è tempo di considerazioni.
Commenti