Paolo Bianco, tecnico del Siracusa, alla vigilia dell’incontro si era detto sicuro che i suoi avrebbero fatto una grande prova. Di rimando, Agenore Maurizi non aveva nascosto la sua preoccupazione. “Ho visto la squadra stanca, non abbiamo recuperato dalla trasferta di Caserta”. A conti fatti, la partita l’avevano già vista. Il Siracusa passeggia al Granillo: incontro chiuso già nel primo tempo, terminato sullo 0-2. Decidono Bernardo e Liotti, brutta frenata per la squadra dello Stretto che ha ora in calendario il turno di riposo, poi sarà attesa sul campo del Lecce capolista.
GAP ANAGRAFICO – Il più anziano tra gli amaranto in campo è il classe 92 Solerio, l’età media è di 22 anni appena. Agli sbarbati di Maurizi si contrappone una squadra, il Siracusa, che al calcio d’inizio presenta ben 8 calciatori che hanno già compiuto i 30 anni. Una differenza sostanziale che emerge, forse, in occasione della rete che spezza l’equilibrio al 23′. Un pallone corre lungo la linea laterale, sembra averla varcata, Pasqualoni si ferma, non lo fa il Siracusa che prosegue l’azione, approfitta della precedente disattenzione e dei successivi lisci della difesa che non riesce a liberare l’area finché il pallone non arriva sul sinistro di Bernardo che lo sbatte in porta.
RADDOPPIO ARETUSEO – Non c’è traccia di reazione. Dieci minuti dopo la Reggina si fa trovare completamente scoperta dopo aver sprecato un angolo, presta il fianco ad una ripartenza siracusana, Cucchietti rinuncia all’uscita e viene fulminato da Liotti. Siracusa sul doppio vantaggio, Giordano scheggia anche la traversa con una conclusione dai 25 metri, Reggina non pervenuta.
IN TRASFERTA COME IN CASA – Fanno festa i circa 70 ultras siracusani, più che sufficienti per far sentire i siciliani in casa complice la chiusura della Curva Sud in seguito ai fatti del derby con il Catania. Pesa tatticamente l’assenza di Mezavilla. Troppa, evidente e significativa la sua importanza nell’economia di questa squadra per ricondurre la sua presenza in panchina a una scelta tecnica. C’è da augurarsi che la rinuncia al colosso brasiliano sia legata a motivazioni strettamente connesse alla necessità di farlo rifiatare in occasione dei turni infrasettimanali in ossequio alle sue primavere, 35 il prossimo gennaio. La prima conclusione verso la porta della squadra di casa arriva nel corso del minuto di recupero concesso, un bottino troppo magro specie a fronte di una tenuta difensiva tutt’altro che impeccabile.
LA REGGINA SPARA A SALVE – Nella ripresa arriva il turno di Sparacello e Mezavilla, la Reggina non imbarca più acqua ma continua a sparire una volta occupata la metà campo avversaria. L’occasione non può che arrivare da palla inattiva: punizione dal limite, rasoiata di Bianchimano salvata sulla linea da Catania, Porcino tenta il tap-in ma trova i guanti di Tomei. Maurizi gioca le carte Bezziccheri e Tazza per Porcino e Pasqualoni.
Nessun effetto, non c’è modo di invertire la rotta. Mazzocchi, appena entrato tra gli azzurri, viene fermato dal palo. La peggiore prestazione casalinga stagionale vale un sacrosanto kappaò, secondo scivolone casalingo della Reggina – entrambi nei turni infrasettimanali – dopo quello con il Cosenza.
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