Lento e parecchio nervoso. Un calciatore da ritrovare.
Adriano Mezavilla è stato sicuramente il pezzo forte del mercato amaranto l’estate scorsa: insieme ad una pletora di prestiti, giovani di belle speranze e scommesse della serie D, il mediano brasiliano, da una vita in Italia, è apparso come l’uomo esperto acquistato per il salto di qualità . Ad un organico “verde”, si è deciso di affiancare una “roccia”, fisica e mentale, capace di condurre testa e gioco dei compagni. Mezavilla, a differenza di Stefano Botta che nella passata stagione interpretava la stessa posizione in campo, ha caratteristiche completamente diverse: più interditore e meno costruttore. Una giusta intuizione in una squadra che, schierata con i due vertici a centrocampo (basso e alto), darebbe maggiore libertà di azione al trequartista con la copertura dell’ex Juve Stabia
Purtroppo in questa ultime gare alla Reggina è mancato proprio Mezavilla, quel giocatore capace di fare da scudo alla difesa amaranto disturbando ed interrompendo la manovra ospite. A volte superato con troppa facilità dai centrocampisti avversari, spesso il brasiliano è apparso anche fuori posizione rispetto alle dinamiche delle azioni, non riuscendo a leggere in anticipo alcune evoluzioni abbastanza scontate. Alla Reggina manca Mezavilla, così come sta mancando l’apporto di un centrocampo che paga l’inesperienza e, forse, anche la poca qualità dell’organico: eccezion fatta per il talento di De Francesco, infatti, non sembrano esserci calciatori capaci di illuminare con un’idea fulminante il palleggio della Reggina o magari costringere gli avversari all’inferiorità numerica grazie ad una giocata. Manca tanto questo alla Reggina attuale: troppo dipendente dalle giocate dei soliti, e nei momenti di difficoltà dovrebbe essere proprio il calciatore con maggiore esperienza a venire fuori, prendere la squadra per mano e guidarla, mentalmente e tatticamente.
Adriano, pensaci tu.
v.i.
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