Adesso possiamo dirlo. Sarà ancora serie a2. La Viola Reggio Calabria travolge la Proger Chieti in una gara che ha avuto dal primo al quarantesimo un’unico padrone, e chiude la serie davanti ai propri tifosi in gara 4 del play-out. Annata che definire complicata potrebbe sembrare troppo riduttivo, per la serie di problematiche che si sono venute a creare quest anno in casa neroarancio.
I tantissimi infortuni, il cambio di allenatore, i continui cambi di giocatori da fare invidia a qualsiasi squadra di calcio, sono solo tre fra le numerose difficoltà che ha dovuto affrontare quest’anno la società dello Stretto. Alla fine però, l’obiettivo è stato raggiunto. Con sofferenza e sudore. Nella post-season la Viola è apparsa più lucida del solito, superando brillantemente lo scoglio play-out. Merito di un gruppo giovane ma allo stesso tempo maturo, che non ha mai mollato nonostante le mille difficoltà . Merito di un coach, il reggino doc Domenico Bolginano, capace di trasmettere la sua umiltà e serenità alla squadra in un momento tutt’altro che semplice.  I meriti vanno dati anche alla società , che nonostante i tanti errori commessi  ha raggiunto un obiettivo quantomai importanti: adesso bisogna ripartire con idee più chiare per il futuro, proprio come dichiarato dal patron Muscolino ieri sera durante la conferenza stampa post-gara.
Squadra costruita con il minor budget dell’intera serie A2, senza dimenticare che la Viola vanta il maggior minutaggio degli under, grazie al quale è riuscita a vincere anche i 90.000 euro previsti per chi arriva al primo posto per l’utilizzo dei giovani. Dulcis in fundo, meriti enormi e ringraziamenti per i tantissimi tifosi che questa Viola l’hanno sorretta sia al PalaCalafiore che in giro per l’Italia, garantendo una presenza massiccia e facendo la differenza, a livello di passione e coinvolgimento, in queste due “gare della vita”. Bisogna ripartire da loro, bisogna ripartire da qui. Affinchè uno dei simboli più importanti della città , dopo aver scongiurato l’abisso, torni a splendere più che mai…
Simone Bellantone
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