Bruno Cirillo, da queste parti, non ha di certo bisogno di presentazioni. Reggino di adozione, ha cucita addosso la maglia amaranto, come una seconda pelle. Lui che ad ogni chiamata della sua Reggina, ha sempre messo al primo posto il bene comune rispetto al personale, accettando anche sfide che si presentavano come impossibili, come la stagione 2014/15 ad esempio…
Un epilogo felice, con quella vittoria che al “San Filippo” mancava da tanto, troppo tempo. “Quelli sono ricordi che sa sempre piacere tirare nuovamente fuori – dichiara Cirillo ai microfoni di Tutti figli di Pianca – sono vivi e non andranno mai. Sono un pezzo importante della storia della Reggina e li porteremo con noi, sempre“.
Gli ostacoli esistono per essere superati e in quell’annata sulla strada degli amaranto ce n’erano davvero parecchi. “La verità è che quando arrivammo noi (Cirillo, Belardi e Aronica, ndr) c’erano molti problemi. Credo che se fosse andato tutto bene, nessuno di noi sarebbe più tornato a Reggio per dare una mano alla squadra della città . Una volta arrivati, da ragazzi un po’ cresciuti e che hanno fatto la storia della Reggina, abbiamo cercato di infondere nelle nuove leve, sfiduciate, quei valori che ancora oggi portiamo dentro“.
Ogni favola che si rispetti ha un lieto fine e quella Reggina espugnò Messina dopo qualcosa come ventisei anni. “Alla fine il lavoro di noi grandi è stato quello di fare gruppo. Accantonando le qualità dei singoli, se non c’è gruppo non si va lontano. Abbiamo ricompattato l’ambiente, facendo capire che la Reggina è una grande squadra ed è grazie al lavoro e alla passione che si ottengono i risultati. Nella finale d’andata dei play-out siamo riusciti a portare 12 mila persone allo stadio: questo è stato un altro, grande, traguardo“.
Bruno Cirillo adesso di mestiere fa il procuratore: ciò gli permette di restare in contatto con ciò che più ama. “Ho aperto un’agenzia ad Atene e nel recente passato siamo riusciti a chiudere importanti trattative con il Panathinaikos. Il mio sogno é quello di fare di più, portare qualche giovane interessante in Italia. Ho voglia di lavorare e stare bene. Mi piace ciò che faccio e un giorno mi auguro di portare qualche calciatore a Reggio“.
Infine un messaggio da leggenda amaranto ai calciatori: “Andate in campo, date il massimo: amore, cuore, passione davanti a tutto, perchè la Reggina è la Reggina e il derby è il derby, un partita a parte. I ragazzi lo sapranno, è una battaglia da vincere“.
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