Sotto tantissimi aspetti, quello di stasera era veramente l’ultimo treno-salvezza per la Reggina: la missione è stata compiuta nel migliore dei modi, ma in nome della cosiddetta “onestà intellettuale”, bisogna rimarcare che la Salernitana vista stasera avrebbe reso vita facile a chiunque.
Senza storia- Nel deserto dell’Arechi, il primo tempo si tinge di un solo colore: quello amaranto. La Reggina pressa in ogni centimetro del campo, e per i padroni di casa cominciano subito le difficoltà. Al 12’ Brienza costruisce la prima palla gol del match, ma spreca una sorta di “rigore in movimento” spedendo fuori alla destra di Iuliano. Poco male, perché soltanto 3’ minuti più tardi ci pensa Missiroli, sugli sviluppi di un corner, a sbloccare il risultato: dopo quella di Ancona il “figlio del S.Agata” regala un’altra perla, mandando alle spalle di Iuliano la sponda aerea di Vigiani con una semi rovesciata da urlo.
Discorso chiuso- La Salernitana, sonoramente fischiata e platealmente contestata dallo sparuto pubblico granata, prova ad abbozzare una reazione con capitan Montervino, che al 18’ ci prova dalla distanza. Ma è solo una fiammata quella dell’11 di Cerone, graziato al 21’ da Cacia e al 23’ dall’onnipresente Missiroli (entrambi si incartano a 2 passi dal portiere avversario, vanificando i tagli millimetrici di Tedesco). A dispetto del “non regaleremo nulla” annunciato alla vigilia, la compagine campana sembra non essere mai uscita dagli spogliatoi. Lanzaro e compagnia ringraziano, e minuto dopo minuto entrano in totale possesso della contesa: al 36’ Iuliano ci mette i guanti sulla punizione bella ma debole di Cacia, ma al 39’ l’estremo difensore non può nulla su Brienza, che ruba palla al distratto Jadid, si invola senza trovare resistenza alcuna, e di giustezza mette la palla nell’angolino. Manca più di un’ora alla fine, ma in pratica sull’Arechi è già calato il sipario.
Al piccolo trotto- La ripresa? Soltanto un salutare galoppo per i ragazzi di Breda, amatissimo ex acclamato a più riprese dalla curva salernitana. Più che la sventola di Carmona stampatasi sulla traversa al 1’, o l’inzuccata di Valdez di poco fuori al 32’, a catturare l’attenzione sono le volte in cui Tedesco prima e Missiroli poi terminano a terra, dopo due durissimi scontri di gioco, facendo temere il peggio. La festa però non viene rovinata né nell’uno né nell’altro caso, in quanto entrambi si rialzano e riprendono il loro posto in campo. Gli amaranto espugnano con pieno merito Salerno, e complici le sconfitte di Mantova e Gallipoli, la classifica stasera fa un po’ meno paura.
Ferdinando Ielasi
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