(INTERVISTA ESCLUSIVA RNP)- Da Reggio a Cosenza, dallo Stretto alla Sila: prima “figlio del S.Agata” con la maglia amaranto, poi allenatore emergente sulla panchina rossoblù. Reggionelpallone.it ha ascoltato per voi il pensiero di Mimmo Toscano, esonerato a sorpresa l’altro ieri dal club silano, nonostante la classifica dica che il “suo” Cosenza rimane a 2 punti dalla zona play off.
Esonerato dopo 2 promozioni consecutive, e con una squadra neopromossa ad un passo dai playoff. Certo che il calcio a volte è proprio strano…
“E’ vero, ma devi accettarne sia gli aspetti positivi che negativi, traendo sempre nuovi stimoli per migliorarti. Non mi aspettavo questo esonero, ma oltre al dispiacere ci sono serenità e orgoglio per il lavoro portato avanti: basti pensare che la mia prima volta sulla panchina del Cosenza è stata a Paternò, l’ultima all’Adriatico di Pescara”.
Analizzando la situazione dall’esterno, sul campionato del Cosenza sembra stiano influendo le vicissitudini societarie: lotte interne, cambiamenti repentini, polemiche. E’ davvero così?
“Si, purtroppo è così. I dirigenti di quest’anno hanno tolto serenità, stanno rovinando quanto di buono era stato costruito dal precedente ciclo, un ciclo che aveva portato Cosenza dal Cnd alla Lega Pro. Per quanto mi riguarda, c’è chi ha provato a delegittimare il mio lavoro, a usarmi come parafulmine, a gettare su di me e su altri la responsabilità di varie inadempienze, di tutta una serie di errori. Questa è la cosa che mi ha turbato veramente, e che ho rimarcato oggi in conferenza stampa”.
I rossoblù possono ancora lottare per ritornare in B, o il giocattolo si è rotto definitivamente?
“Toscano o non Toscano, il Cosenza è una squadra validissima, che oltre a trovarsi in una posizione d’alta classifica disputerà la finale di Coppa Italia. Sono fermamente convinto che non solo entrerà nei play off, ma li vincerà”.
Per quanto riguarda invece il rapporto con la tifoseria cosentina, che ricordi ti porterai dietro? Prevarranno le gioie per la doppia promozione, o l’amarezza per la contestazione rivoltati dopo la sconfitta interna col Potenza?
“Sulla contestazione, credo abbiano pesato i veleni societari e le varie intromissioni di cui parlavo prima. Il ricordo resterà ottimo, e non dimenticherò mai le attestazioni di affetto e stima che ho ricevuto oggi. Essere osannati quando le cose vanno bene fa piacere ma rientra nella normalità, ricevere sostegno dopo un esonero è invece una emozione unica, difficile persino da descrivere”.
A proposito di ricordi, cosa ci dici del Toscano giocatore?
“Il Toscano giocatore deve tutto alla Reggina, che rimarrà la mia casa, il mio primo amore. Quello che sono adesso, lo devo interamente alla Reggina Calcio, a quella maglia che ho sempre indossato con amore e con orgoglio. A Reggio mi hanno insegnato tanto, sia dentro che fuori il rettangolo di gioco, e auguro agli amaranto di riuscire a salvarsi, con la certezza che ci riusciranno”.
Quindi non hai dimenticato nemmeno quel pianto dirotto negli spogliatoi del Comunale, al termine dello 0-0 col Siracusa che ci riportava matematicamente in B…
“Ovvio che non l’ho dimenticato. Era il campionato 94-95, e tutti noi sapevamo che dopo 3 stagioni di fila in C1, se non prendevi quel treno il futuro rischiava di diventare davvero pericoloso. Quando è finita la partita col Siracusa, ho pensato a tutta la stagione: il bruttissimo infortunio che mi ha costretto a stare fermo a lungo, il ritorno in campo, la voglia di dare un grande contributo al ritorno in B, la felicità per avercela fatta. E non sono riuscito a trattenere le lacrime”…
Torniamo al Toscano allenatore: il contatto tra te e Foti, i primi di Giugno, c’è stato davvero?
“Si, c’è stato davvero, poi però il presidente ha optato per una soluzione più “popolare”, più di grido. Lillo Foti è un uomo di calcio, una persona che ha dato tantissimo a Reggio Calabria: la scelta di Novellino si sarà pure rilevata sbagliata, ma in quel momento non si poteva certo criticarla o metterla in discussione”.
Insomma, nella tua Reggio il treno da giocatore l’hai preso, quello da allenatore l’hai perso per poco. E se tornasse?
“Se tornasse, sarebbe una gioia. L’ho già detto, la Reggina per me rappresenta tantissimo, e allenarla dopo averci giocato rimane un sogno nel cassetto, nella speranza che il cassetto un giorno possa aprirsi”.
Chissà se il cassetto di Mimmo Toscano si aprirà davvero. Nel frattempo, buona fortuna mister…
Ferdinando Ielasi
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