Nove punti in campionato nelle prime cinque gare: numeri decisamente buoni, magari non eccezionali per chi punta alle zone altissime della classifica, per il Cosenza di Giorgio Roselli. Per il tecnico umbro questo è il terzo anno in Sila: dopo la vittoria della Coppa Italia Lega Pro nella prima stagione e i playoff solo sfiorati lo scorso anno, questa, nelle intenzioni della società e nelle speranze dei tifosi, deve essere la stagione della consacrazione.
Difficilissimo ma non impossibile raggiungere la promozione diretta: tuttavia il diktat societario è quello ottenere un buon piazzamento nella griglia post-season. Tanti i giocatori andati via in estate, fra cui la vecchia conoscenza amaranto Arrighini, oggi titolare nel sorprendente Cittadella capolista della Serie B, e La Mantia, in gol nel turno infrasettimanale cadetto con la maglia della Pro Vercelli. Ma numerosi sono stati  anche i giocatori arrivati alla corte di Roselli: da Mungo a Gambino, da Baclet a D’Anna. Pesanti, inoltre, le permanenze di Perina, Blondett e del reggino Statella, nativo di Melito Porto Salvo.
Un mix d’esperienza e gioventù che fa del Cosenza una squadra temibile, conscia delle proprie qualità . Una consapevolezza che però non deve trasformarsi in un’arma a doppio taglio: dopo lo storico e roboante successo nel derby col Catanzaro, infatti, i Lupi sono caduti prima in casa con il Taranto e poi contro l’ambizioso Matera. Due sconfitte che, nell’arco di un campionato difficile come la Lega Pro, possono starci, soprattutto vista la caratura degli avversari, ma che sono sembrate figlie di un atteggiamento sbagliato messo in campo dalla formazione di Roselli, il quale dovrà essere bravo nel corso della stagione a non far abbassare il livello di concentrazione fra i suoi giocatori.
Una collettivo capace di andare in rete spesso e volentieri: sono dieci le reti messe a referto dai rossoblù, andati “in bianco” solamente nella sopracitata sconfitta casalinga contro il Taranto, che hanno in Gambino il loro capocannoniere con 3 reti. È proprio il numero nove ad essere stato impiegato con maggiore frequenza come riferimento centrale nel 4-3-3 di Roselli: un modulo che fa del gioco offensivo e della praticità le caratteristiche principali della formazione rossoblu. Pragmatismo di cui sono simbolo Statella, Mungo e Cavallaro, calciatori eclettici e duttili, distintisi per rendimento in quest’avvio di stagione. Non è un caso, quindi, che i guai fisici di quest’ultimi due stiano destando molta preoccupazione in Sila, nonostante le alternative siano comunque più che valide.
Banco di prova importante, dunque,  sia per la Reggina di Karel Zeman, la quale finora non ha mai sbagliato l’interpretazione delle gare importanti, sia per il Cosenza, chiamato a confermare i progressi visti con Melfi e Vibonese.
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