L’annuncio della morte di Papa Francesco, uomo di Pace, chiunque verrà al suo posto dovrà essere all’altezza del suo Pontificato.
Papa Francesco è morto stamattina, 21 aprile 2025, all’età di 88 anni, appena qualche ora dopo essere riapparso in Piazza San Pietro per le celebrazioni della Santa Pasqua. Il Pontefice veniva da un lungo ricovero al Policlinico Gemelli di Roma. Le sue condizioni di salute, già da tempo compromesse, si erano aggravate nelle ultime settimane, ma il Papa sembrava essersi ripreso dalla crisi.

La notizia scuote il mondo cattolico in un anno già particolarmente simbolico, il Giubileo del 2025, e apre ufficialmente la corsa alla successione. Con la scomparsa di Jorge Mario Bergoglio, primo Pontefice proveniente dal Sud America e figura centrale nella riforma della Chiesa contemporanea, si apre una fase cruciale: 12 anni di Pontificato hanno lasciato una traccia profonda nel mondo intero.
Tre cardinali italiani potrebbero sostituire Papa Francesco
Dopo le esequie, con un iter che sarà tutto da stabilire, visto anche il grande afflusso di fedeli da tutto il mondo che si prevede per l’ultimo addio, il Collegio cardinalizio sarà chiamato a riunirsi in Conclave per eleggere il nuovo Papa. Nella corsa al soglio di Pietro, spiccano due nomi italiani, con terzo “outsider” che però potrebbe rappresentare un segnale della Chiesa contro ogni guerra.

Il primo nome è quello di Pietro Parolin, 70 anni, Segretario di Stato Vaticano, già da tempo considerato il “delfino” di Bergoglio per la sua lunga esperienza diplomatica. Il secondo è Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e molto vicino ai temi cari a Francesco, dalla pace alla solidarietà sociale. Si parla anche del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme.
Proprio quest’ultimo nome rappresenterebbe un segnale da un lato di grande prestigio internazionale, per il suo ruolo in Terra Santa, dall’altro di volontà della Chiesa Cattolica di tenere una decisa posizione per la fine dei conflitti, e in particolare per il termine delle ostilità in Medio Oriente, una posizione al centro anche dell’ultimo messaggio di Papa Francesco, ieri giorno di Pasqua.
Ipotesi di un altro Papa extraeuropeo
Tra i nomi più accreditati per la successione, anche quelli che arrivano da altri continenti: in primis, vi è quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, già Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e figura di spicco per la crescita della Chiesa in Asia. Poi dall’Africa, Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, e Robert Sarah, ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino.

Dagli USA, sono su forti posizioni l’arcivescovo di Washington Wilton Gregory e quello di Chicago Blase Cupich. Dal Brasile, invece, emergono i cardinali Sergio da Rocha e Leonardo Ulrich Steiner. Resta difficile pensare a un altro Pontefice latinoamericano, sebbene siamo comunque nel campo delle ipotesi e come sappiamo, le decisioni prese in Vaticano riescono sempre a essere sorprendenti.
Sta di fatto che la morte di Papa Francesco segna la fine di un pontificato che ha lasciato un’impronta profonda: dalla riforma della Curia alla lotta contro gli abusi sessuali da parte di una minoranza del prelato, che il Pontefice è stato pronto a denunciare con grande forza, dal dialogo interreligioso alla spinta per una Chiesa più vicina ai poveri, diseredati, migranti e ultimi della Terra.