Ponte sullo Stretto di Messina, se ne parla da decenni, tra progetti promossi e poi accantonati: spunta una lettera dal futuro.
Ponte sullo Stretto di Messina, se ne parla da decenni, e da decenni sentiamo sempre le stesse argomentazioni. Eppure, nonostante i numerosi appelli da parte dei politici, il ponte ancora non esiste. Il progetto è stato approvato innumerevoli volte, poi non approvato, poi nuovamente obiettivo di campagne politiche, e ancora innumerevoli smentite. La costruzione del ponte è lunga, travaglia e controversa.
Vedremo mai il ponte sullo Stretto di Messina? Calabria e Sicilia si toccheranno mai attraverso una lingua di acciaio e asfalto lunga poche centinaia di metri? E pensare che, in questi giorni, il Governo ha approvato il report Iropi, incentrato sull’impatto ambientale di un simile progetto. Il ponte modifica inevitabilmente il territorio, impattando sull’ambiente, ma è un progetto ritenuto essenziale. Cosa avverrà in futuro? Spunta una lettere provocatoria proveniente dal 2032.
C’è chi promuove l’iniziativa, chi è contrario. Si va avanti da decenni con questo tira e molla. In questi giorni, su una pagina Facebook, spunta una lettera provocatoria proveniente da un ipotetico futuro, il 2032, alla conclusione dei lavori del ponte sullo Stretto di Messina. Si tratta di un politico ex No Ponte, il quale riflette sui vantaggi della struttura e sul suo vecchio corrotto pensiero.
La pagina FB Ponte sullo Stretto di Messina, scrive il fantasioso articolo, un testo che appare molto convincente e plausibile, incentrato sul primo periodo di apertura del ponte che collega la Sicilia con il resto dell’Italia. È l’ex No Ponte a parlare e a riflettere sulle possibilità enormi concesse dalla conclusione dei lavori, pentendosi di aver sempre negato l’iniziativa.
Un ponte che collega la maggiore isola italiana, smaltendo il traffico proprio sulla costa, e rendendola maggiormente “europea”. “Mi vergogno perché per anni ho considerato il ponte uno spreco, un ecomostro, inutile. Pensavo di avere ragione, pensavo di difendere il territorio. E invece, devo ammettere la verità, ero male informato”. Si apre così la lunga lettera del fantasioso politico. E così, nell’articolo si indaga sui benefici che un progetto simile potrebbe portare al territorio e ai cittadini.
La struttura impatta sull’ambiente, è inevitabile, ma comporta tanti vantaggi: prima di tutto smaltisce il traffico, con la conseguenza di diminuire l’inquinamento ambientale, lo smog, gli sterminati parcheggi di auto, nonché l’inquinamento marino determinato dai numerosi traghetti. Il ponte, composto dalla carreggiata per le automobili, ma anche per la ferrovia, grazie all’alta velocità collega Palermo con Roma e Milano.
In poche ore, dal profondo sud si raggiunge la Capitale, e poi ci si spinge a nord. Una comodità per milioni di cittadini. E ancora: “Pensavo fosse brutto, invece è un’opera d’ingegneria che toglie il fiato”, prosegue l’articolo, tanto che il ponte, così bello e moderno, rappresenta un simbolo e un’opera da ammirare, quasi un’attrazione turistica. Ma non solo, perché la struttura ha fatto riqualificare anche tutte le aree limitrofe, grazie alla creazione di stazioni moderne, di strade pulite e sistemate, di nuovi spazi verdi installati.
Tutti si ricrederanno, se soltanto il ponte vedesse la luce. Eppure, al momento nulla si muove. La lettera riflette sui vantaggi della struttura, un progetto ambizioso ma che agevolerà gli spostamenti, abbellirà il territorio, lo riqualificherà. Vedremo mai questa imponente opera? Forse, lo scopriremo proprio nel 2032.
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