Il primo passo del caso Reggina verrà mosso lunedì 17 aprile, appuntamento davanti al Tribunale Federale Nazionale, per un procedimento che, probabilmente, si protrarrà fino al Collegio di Garanzia del CONI. Ancora una volta è l’illustre firma del giornalismo italiano Xavier Jacobelli a prendere le parti della Reggina, attraverso il portale online del Corriere dello Sport.
“Il club è stato deferito perché avrebbe voluto pagare l’Irpef – scrive Jacobelli -, ma gli è stato impedito a causa della mancata omologa del Tribunale al piano di ristrutturazione del debito delle precedenti gestioni. Il club che otto mesi fa Felice Saladini ha riportato all’onor del mondo, salvandolo dal baratro, vive due situazioni. Sul campo, la squadra di Filippo Inzaghi ha ritrovato il sorriso grazie alla brillante vittoria di Perugia ed è più che mai in corsa per i playoff promozione. Fuori campo, lo scenario maturato per un evidente vuoto normativo è a dir poco surreale. Il rischio di addirittura 4 punti di penalizzazione, comminabili in primo grado, è concreto.”
Una penalizzazione ingiusta poiché non dipendente dal club del patron Saladini, e che induce ad un sensibile ottimismo, come lo stesso Jacobelli riporta: “Nonostante la Reggina intendesse onorare le scadenze regolamentari, non ha potuto farlo a causa della mancata omologa del Tribunale di Reggio al piano di ristrutturazione del debito delle gestioni precedenti. Il provvedimento non è arrivato per tempo e le scadenze non sono state rispettate, ma, di certo, non per volontà calabrese. Tuttavia, i segnali che arrivano dal Palazzo del calcio incoraggiano a credere in un atto di giustizia che, molto probabilmente, si compirà in sede di terzo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del Coni, la Cassazione dello Sport, chiamata a vigilare sula regolarità dei processi in ambito federale.”
“La soluzione del caso Reggina – conclude Jacobelli – costituirà un precedente destinato a fare testo anche in futuro, in materia di rapporti fra leggi dello Stato e normativa della Federazione. Un fatto è fuori discussione: la società calabrese ha il diritto di essere tutelata e di vedere riconosciuta la volontà di rispettare le regole, più volte ribadita da Saladini e dal presidente Marcello Cardona, uomo dello Stato, in prima fila in questa campagna.”
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