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Europei, il PAGELLONE dell’Italia campione

Europei, il PAGELLONE dell’Italia campione
Mondo Sport
14/07/2021 09:12 | A cura di Domenico Geria
Il giudizio complessivo di RNP sui protagonisti del successo italiano a Euro 2020

Italia campione d’Europa al termine di un percorso fantastico completato da un’ottima finale, risolta solamente ma con merito ai calci di rigore. Il “Pagellone” della nazionale Azzurra targato RNP (l’ordine dei calciatori in elenco è basato sui minuti giocati).

Gianluigi Donnarumma 9,5 – Chiamato in causa relativamente poco nelle 7 partite del torneo, si fa sempre trovare pronto; si esalta in semifinale, neutralizzando un paio di occasioni spagnole. Raggiunge l’apice ai calci di rigore degli ultimi due match, il titolo europeo è passato dai suoi guanti. Non a caso è stato premiato come miglior calciatore dell’Europeo.

Jorginho 9 – Arrivava all’Europeo da campione d’Europa con il Chelsea, a distanza di poco più di un mese fa il bis. Regia da “premio Oscar”, lucidità e temperamento sempre ad alti livelli, segna con freddezza il rigore decisivo contro la Spagna, prova a concedere il bis in finale ma stavolta il portiere e il palo gli negano la gioia, che arriverà comunque subito dopo con la parata di Donnarumma. Candidatura al Pallone d’Oro ufficialmente presentata.

Leonardo Bonucci 9 – La difesa italiana ha dato lezioni di calcio alle altre nazionali e i pochissimi interventi di Donnarumma sono dovuti ad un reparto in cui, per tutte le 7 gare del torneo, Bonucci ha spadroneggiato. In gol contro il Belgio, rete annullata per offside ma che ha caricato a mille i compagni, in finale ha realizzato il pari. Perfetto anche nelle sequenze dal dischetto.

Giovanni Di Lorenzo 8 – Protagonista un po’ a sorpresa, subentrato nell’intervallo del primo match al posto di Florenzi infortunato, si è rivelato un tassello inamovibile della nazionale di Mancini. In un paio di match ha avuto bisogno di qualche minuto per prendere le misure all’avversario di turno, riuscendo a carpirne i segreti e a neutralizzarlo.

Lorenzo Insigne 8 – Il suo gol contro il Belgio, con l’ormai celeberrimo “tir a gir”, ha dato alla nazionale la consapevolezza che davvero si sarebbe potuto arrivare fin lì, dove osano i temerari. E Insigne temerario lo è, combattivo come pochi, un pericolo continuo per le difese avversarie, in particolare nel momento in cui iniziava il dialogo stretto e asfissiante con Verratti e Jorginho: di fatto, il pallone spariva dai radar avversari.

Nicolò Barella 8 – Combattente eccezionale, un incontrista con i tempi d’inserimento degni di un attaccante e il guizzo dell’ultimo passaggio come il più temibile dei fantasisti. Segna un gol fantastico che sblocca il match contro il Belgio, una rete che, realizzata da calciatori ben più “visibili” come Ronaldo o Mbappé, passerebbe in loop in TV per i prossimi sei mesi.

Ciro Immobile 7,5 – Parte bene il suo Europeo, due gol nelle prime due partite. Poi qualcosa si inceppa, di palloni buoni ne arrivano pochi e l’Immobile bomber d’Italia e Scarpa d’Oro non trova più la porta. Ma è lì, si danna l’anima e combatte con la squadra e per la squadra; se non può lasciare il segno sul tabellino dei marcatori, lo fa attraverso il sacrificio totale, fino allo sfinimento.

Giorgio Chiellini 9,5 – Il grande riscatto del capitano Azzurro che molti vedono già pensionabile, ma che in realtà si prende una rivincita totale. Dall’amarezza per la finale del 2012 giocata solo per venti minuti e persa in malo modo, alle voci fastidiose di chi gli ricordava le finali di Champions League perse con la Juventus. Un eterno secondo lo definivano. Ed invece, eccolo lì ad alzare il trofeo, dopo aver letteralmente annullato gente del calibro di Lukaku e Kane. Una bella e meritata rivincita.

Federico Chiesa 9 – Con questa vittoria mette per chiaro una volta per tutte che lui è Federico Chiesa e non “il figlio di Enrico Chiesa”. Si è ritagliato il suo spazio aspettando il momento opportuno e mostrando, quando chiamato in causa, di poter lasciare il segno. E così ha fatto, in quella che forse è stata la partita per certi versi più complicata, l’ottavo di finale contro l’Austria. Nel primo supplementare segna un gran gol e lì inizia il suo Europeo. Si ripete contro la Spagna con una meraviglia che vale il vantaggio e in finale è il più pericoloso tra gli Azzurri.

Marco Verratti 8,5 – La sua regia, in accoppiata con Jorginho, fa spesso la differenza; a livello di palleggio, solo la Spagna ci eguaglia ed infatti contro gli spagnoli è stata la partita più difficile per i nostri centrocampisti. Arrivato al torneo in precarie condizioni, non appena ha toccato il campo ha subito fatto la differenza; piede raffinato e visione di gioco come pochi al mondo, al gioco elegante sa abbinare anche del sano agonismo.

Leonardo Spinazzola 9 – Una freccia infuocata, un treno in perenne transito sulla corsia mancina, un calciatore capace di triplicarsi in campo e coprire in sol colpo tre ruoli diversi, compreso quello di attaccante. Il suo infortunio ha inevitabilmente pesato sugli equilibri tattici di un gioco offensivo che poteva contare su uno dei migliori esterni d’Europa. Sfiora il gol contro il Belgio prima di farsi male. Il trionfo della nazionale è anche suo, non è un caso se proprio lui è stato il primo a ricevere la medaglia durante la premiazione.

Domenico Berardi 7 – Gli è mancato solo il gol. Dalla prima partita del torneo è un po’ questo il pensiero nel vedere le sue prestazioni, le sue giocate e i suoi assist. Il vantaggio contro la Turchia è frutto di una sua splendida giocata che causa l’autorete di Demiral, solo per fare un esempio. E anche nel momento in cui “perde” il posto da titolare, Mancini comunque lo propone in campo per dare una sterzata a certe partite, come anche in finale, quando il gol lo trova anche e in bello stile, nei supplementari contro la Spagna, ma la bandierina lo frena. Esecuzione perfetta ai rigori contro l’Inghilterra in quello che era il tiro che apriva la serie.

Emerson 8 – Chiamato in causa per sostituire Spinazzola, per caratteristiche diverse non riesce a proporre lo stesso tipo di soluzioni offensive; in fase difensiva tuttavia si fa valere, entrando nell’Europeo in punta di piedi e prendendo confidenza con il campo con l’andare del tempo. Nella fase finale del match con gli inglesi, si propone con coraggio come attaccante aggiunto per provare a scardinare la difesa ed evitare i supplementari.

Manuel Locatelli 8,5 – Nel ricco centrocampo di Mancini si sono alternati vari talenti, tutti in grado di lasciare il segno. Il calciatore del Sassuolo ci è riuscito in grande stile, firmando addirittura una doppietta contro la Svizzera. A prescindere dai gol, Locatelli ha mostrato di possedere qualità, classe e temperamento che certamente avranno creato notevoli rimpianti nel Milan, che lo ha lasciato andare troppo presto e troppo facilmente.

Francesco Acerbi 8 – Chiamato in causa per sostituire Chiellini, si è fatto trovare prontissimo dimostrando ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, le sue indiscutibili qualità. Una garanzia difensiva per Mancini anche nel momento in cui il capitano abdicherà.

Andrea Belotti 7 – Mancini lo getta nella mischia sempre a gara in corso (fatta eccezione contro il Galles, unica da titolare), sfruttando la sua freschezza e le sue doti di calciatore molto abile nel pressare e nel dare fastidio agli avversari. Un po’ come per Immobile, anche al Gallo arrivano pochi palloni da poter sfruttare per cercare il gol, ma lui comunque ci prova senza fortuna. Peccato per l’errore dal dischetto in finale che per fortuna non ha portato conseguenze.

Matteo Pessina 8,5 – Pensare che non sia un titolare fisso potrebbe lasciare perplessi i più, ma come detto, con l’abbondanza a centrocampo che Mancini ha avuto in questo torneo, tanti atleti meritevoli hanno trovato poco spazio. Riuscendo a sfruttarlo al massimo però proprio come Pessina, che oltre al grande impegno e al lavoro di qualità, ha anche segnato due gol pesantissimi: il primo contro il Galles, valso la vittoria; il secondo contro l’Austria, una rete che aveva messo al sicuro la vittoria prima dei brividi finali. Due gol splendidi, da opportunista, da attaccante navigato, per lui che è un centrocampista di soli 24 anni.

Rafael Toloi 7 – Una delle tante alternative proposte durante il torneo da Mancini, chiamato in causa in più di una circostanza per irrobustire la linea difensiva, riuscendo a rendere il reparto praticamente impenetrabile. Una delle “riserve di lusso” di questa nazionale.

Bryan Cristante 7 – Pochi minuti in campo in quasi ogni partita per lui, un calciatore eclettico sul quale Mancini contava molto per mescolare le carte a gara in corso. Lo dimostrano le sue presenze, 6 su 7 incontri, per un totale di appena 129′. Cristante, il jolly del C.T. per far saltare il banco.

Federico Bernardeschi 8 – Ha giocato poco ma è riuscito comunque a lasciare il segno. Pericoloso, insidioso, ispirato. Ma soprattutto, gelido nel momento in cui ha dovuto calciare i rigori, sia contro la Spagna contro l’Inghilterra. Un perfetto Asso nella Manica di Mancini.

Alessandro Bastoni 7 – Una sola presenza per lui, contro il Galles, partita perfetta, senza sbavature e giocata con la serenità di chi sa attendere il proprio momento. E tenendo conto che parliamo di un class ’99, il suo momento arriverà presto.

Alessandro Florenzi 7 – Davvero sfortunato il suo torneo: dopo l’ottimo primo tempo contro la Turchia, un infortunio lo costringe a lasciare il campo, che ritroverà solamente al 118′ della finale contro l’Inghilterra (senza essere uno dei rigoristi). Per fortuna della nazionale, Di Lorenzo lo sostituisce egregiamente.

Giacomo Raspadori S.V. – Il classe 2000 gioca un quarto d’ora solamente, anche per lui ci saranno in futuro importanti occasioni per poter essere protagonista con la maglia della nazionale. Nel frattempo, ha comunque già vinto un titolo di campione d’Europa; magari tra tre anni potrà andare a caccia del bis, stavolta da titolare.

Gaetano Castrovilli S.V. – Altro talento della meglio gioventù italiana, per lui solo qualche minuto in campo contro il Galles; se acquisisce continuità nel rendimento a livello di club, può candidarsi tranquillamente per un posto sul volo destinato in Qatar, nel 2022.

Salvatore Sirigu S.V. – Mancini lo manda in campo nel finale del match con il Galles al posto di Donnarumma. Lui prima non ci crede, poi va in campo e si emoziona. La sua carriera è agli sgoccioli. Poter raccogliere una presenza agli Europei con la nazionale è stato un grande premio per lui. Diventare campione poi, una gioia che non si può esprimere. Uomo spogliatoio.

Alex Meret S.V. – L’unico tra i ventisei a non aver giocato neppure un minuto, ma quando sei il terzo portiere di una rappresentativa nazionale è da mettere in conto. Ha comunque fatto parte di un gruppo che ha scritto la storia, il suo apporto emotivo da fuori, insieme agli altri compagni che hanno giocato meno, ha avuto di certo la sua valenza.

ROBERTO MANCINI 10&LODE – Non esiste altro voto possibile per il C.T. che ha realizzato un capolavoro partendo dalle ceneri del 2017. In meno di quattro anni ha preso una nazionale vuota e spenta, l’ha rinvigorita, ha fornito un’identità chiara (cosa non semplice da fare in nazionale, con le rare occasioni per lavorare tutti insieme), ha ringiovanito il gruppo dando fiducia a ragazzi che in ascesa, i quali hanno ripagato il C.T. esprimendo il massimo. L’Europeo, si diceva, avrebbe dovuto essere una tappa di crescita. Invece è diventato un trionfo, al quale forse era il solo Mancini a credere, senza porre obiettivi minimi da raggiungere, affermando che l’importante era divertirsi, sapendo di poter contare su un gruppo coeso dove non esistono primedonne, senza fenomeni da assecondare ma solo tanti ottimi calciatori con la giusta voglia di riscrivere la Storia.

Domenico Geria
Collaboratore di ReggioNelPallone.it

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