Il primo amore non si scorda mai. Nell’intervista concessa a Super News, Ivan Castiglia ha ripercorso un po’ tutta la sua carriera calcistica, partendo proprio da Reggio Calabria.
“Quando parlo di Reggina-si legge su news.superscommesse.it-, mi viene la pelle d’oca, perché è come se parlassi di casa: sono arrivato in questo club all’età di 12 anni, sono cresciuto lì e mi hanno trattato come un figlio. Il mio esordio è stata un’emozione indescrivibile: non mi aspettavo che il mister mi chiamasse per entrare in campo, quasi non ci credevo. Reggina è stata la piazza che mi ha lanciato e che mi ha dato di più, a livello umano e sportivo”.
In serie B, Castiglia ha vestito anche la maglia del Cittadella. “Sono approdato al Cittadella come scommessa del direttore Marchetti, a cui sarò grato a vita, perché questo club mi ha lanciato definitivamente nel calcio professionistico. Il Cittadella, negli ultimi tre anni, ha sempre giocato la finale playoff sfiorando il miracolo sportivo: vuol dire che c’è competenza, e lo ha dimostrato in tutti gli anni di Serie B che ha disputato”.
Il sogno chiamato Inter. “Da ragazzino sognavo di giocare nell’Inter, però posso dire di aver avverato mezzo sogno: l’esordio in Serie A l’ho fatto proprio contro i nerazzurri, a San Siro. Basta questo, avrei potuto smettere di giocare anche il giorno dopo”.
Il gol più importante. “Sicuramente il gol realizzato contro il Lumezzane, quando indossavo la maglia del Como: quella rete ci ha permesso di accedere ai playoff e di vincere, successivamente, il campionato”.
Il presente si chiama Rende, con i biancorossi in lotta per non retrocedere. “Da gennaio sono tornato a casa, per mia scelta personale. Secondo me, dopo la retrocessione dello scorso anno, c’è stato un problema di tipo organizzativo. A settembre, c’era la possibilità per il Rende di essere ripescata. In attesa di sapere quale campionato disputare, la squadra è stata costruita in ritardo”.
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