Due sogni svaniti in Piemonte. Dopo la beffa di Novara nel 2011, che lo vide nelle vesti di ds della Reggina, Simone Giacchetta ha visto svanire un’altra finale playoff, questa volta ad Alessandria. In entrambe le occasioni è finita 2-2, con Jack che si è visto passare davanti prima la serie A e poi la B.
“Resta il grande amaro in bocca-dichiara la bandiera amaranto a Gazzetta del Sud- perché sia a Novara con la Reggina che ad Alessandria con l’Albinoleffe, abbiamo dimostrato qualcosa in più rispetto ai padroni di casa. Alla fine dei conti, l’orgoglio è forte quanto il dispiacere”.
Quello compiuto dai bergamaschi, resta comunque un miracolo sportivo. “E’ stato un lavoro certosino, che parte da lontano e mi ha visto visionare centinaia di partite e talenti da scoprire, partendo dalle categorie più basse. Quando sono arrivato eravamo appena stati ripescati in Lega Pro, e ci siamo trovati a costruire la squadra in undici giorni. Nel tempo, siamo riusciti sia a lanciare ragazzi semisconosciuti che a rivalorizzare calciatori che sembravano finiti nel dimenticatoio”.
Al Moccagatta, Giacchetta ha incontrato nuovamente Artico, ds dei piemontesi: i due, sono stati splendidi protagonisti della prima promozione in A dei colori amaranto. “Prima della partita mi sono avvicinato e scherzando gli ho detto di batterci, perché il giorno dopo dovevo andare in vacanza coi miei figli. A fine primo tempo mi ero un po’ preoccupato, perché dopo il nostro primo vantaggio l’ho visto pallido (ride, ndr). Scherzi a parte, lui e tutta l’Alessandria si sono comportati da signori, facendoci i complimenti e dedicandoci anche un bellissimo post su facebook. Nella finale col Padova, faremo il tifo per loro”.
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