Venticinque anni dopo. Reggio Calabria ed Alfredo Aglietti si riabbracciano, tra la tifoseria amaranto si respira già un grandissimo entusiasmo. Aveva poco più di 20 anni Aglietti, quando fece impazzire la tifoseria reggina a suon di gol. A raccontare l’Aglietti-calciatore, è colui il quale lo “scoprì” nel lontano 1994, ovvero Gabriele Martino.
“Avevamo appena mancato il ritorno in B- si legge sull’edizione odierna di Gazzetta del Sud-venendo eliminati ai playoff, perché a quella squadra mancava qualcosa in attacco. Vedendolo all’opera con la maglia del Pontedera, capii subito che con lui avremmo sopperito a quella lacuna. Credo che sia stata una delle mie prime operazioni davvero significative, come direttore sportivo della Reggina. Nel giro di due anni infatti, Alfredo si rivelò fondamentale sia per il ritorno in B che per il mantenimento della stessa, e nell’estate del ’96 fu venduto al Napoli per una cifra importante. Quella Reggina non era una società ricca, ma al suo interno aveva un patrimonio inestimabile, costituito dalle idee, dal coraggio e dalla programmazione”.
Che tipo era Aglietti, fuori dal campo? “Un tipo genuino, serio, pronto a migliorarsi giorno dopo giorno. Reggio gli spalancò le porte del grande calcio, lui colse l’occasione dando il massimo di sé stesso. Se c’erano già i segnali di una carriera da tecnico? Col senno del poi dico di si, in quanto era un ragazzo a cui piaceva apprendere. Studiava la sua posizione in campo, cercava sempre di capire come e dove avrebbe potuto rendere ancora di più”.
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