Testa e gambe, per un rush finale tutto da divere. Il preparatore atletico degli amaranto, Andrea Petruolo, ha fato luce sulla condizione di Loiacono e compagni, intervenendo in conferenza stampa assieme all’allenatore in seconda Fabrizio del Rosso (clicca qui).
LA SOSTA-Questa settimana è stata improntata diversamente, rispetto a quanto programmato all’inizio. Con la sosta del campionato abbiamo potuto concentrarci su alcune qualità e su alcune corse, difficili da sviluppare quando giochi tanto. Abbiamo dovuto fare allenamenti un po’ distanziati, per i motivi che tutti sapete, sviluppando percorsi che includessero corse specifiche e gesti tecnici. Ci siamo anche concentrati sugli aspetti di forza specifica, ottimizzando il tutto. Fortunatamente, ieri si è potuta fare un’amichevole, per inserire delle componenti che solo giocando si possono sviluppare.
FOLORUNSHO E NON SOLO…Michael ha delle doti fisiche innate, importanti, il mister ha avuto la bravura di saperle tirare fuori. La parte fisica si è sviluppata grazie ad un lavoro riguardante tutto il complesso. Il modo di allenare col mister, fatto di tanta intensità anche col pallone, enfatizza le caratteristiche sia di Michael che degli altri elementi.
TUTTO IN DIECI GIORNI-A questo rush finale la squadra arriva con una condizione omogenea. Le tante partite che andremo a fare sono difficili da affrontare a livello fisico, ma questo varrà per tutte le squadre. Sarà importante lavorare tanto sulle strategie di recupero e su quella parte che è di supporto alla prestazione.
I PRIMI PASSI IN AMARANTO-Quello che abbiamo fatto quando siamo arrivati, è consistito nel cercare di capire le diverse situazioni. Il gruppo era eterogeneo, c’era chi aveva giocato molto, chi meno e chi arrivava da una situazione di infortunio. Prima abbiamo capito in che situazione eravamo, poi abbiamo iniziato a lavorare per portare tutti nella situazione migliore e sviluppare al meglio il gioco che richiede il mister.
IL CALCIO AI TEMPI DEL COVID-Il Covid ha cambiato la preparazione atletica, soprattutto per il fatto che ci sono state tante partite ravvicinate, e se capita una situazione di Covid il calciatore ha poco tempo. Serve tanto monitoraggio, incrociando sempre i dati con la parte sanitaria e con la parte riguardante il mister, per far si che il giocatore rientri subito in clima da campo e da spogliatoio. Nella parte fisica si va a lavorare negli aspetti specifici, cercando, se c’è la possibilità e se il calciatore è asintomatico, di mantenere i livelli fisici quantomeno di forza.
IL RAPPORTO CON BARONI-La prima esperienza con Baroni è stata a Benevento. Io prima lavoravo tra serie D e settori giovanili professionistici, anche all’estero, e collaboravo con un centro di ricerca, che collaborava anche col mister. Dopo Novara il mister si è trovato senza preparatore, c’è stato un contatto ed io sono corso subito da lui a Benevento: lo ringrazio, oggi siamo ancora qua, alla quarta esperienza, e speriamo di continuare.
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