“Il calcio mi ha dato tanto, ma alla fine della carriera ho capito che era il momento di dirgli addio. Adesso mi godo la famiglia”. Maurizio Vincioni, è uno di quei calciatori entrati dritti dritti nella storia dei colori amaranto. Due campionati di B e quattro di C, per un totale di sei stagioni in riva allo Stretto, dal 1990 al 1996.
L’ex difensore, è stato intervistato dalla Gazzetta del Sud. “Seguo ancora i colori amaranto, con grandissimo affetto. Reggio per me rappresenta una tappa indimenticabile. Non è stata solo un’esperienza da calciatore, ma un’autentica esperienza di vita, basti pensare che mio figlio è nato a Melito Porto Salvo. I reggini e la maglia amaranto meritano il meglio”.
Sulla rimonta degli amaranto. “La Reggina ha avuto il merito di non disunirsi, e piano piano i fatti le hanno dato ragione. Ho vissuto la B come calciatore, ed anche se i tempi cambiano, per certi aspetti quello cadetto è rimasto il campionato di sempre. E’ un torneo lunghissimo, ci vuole pazienza e capacità di mantenere sempre i nervi saldi. Bastano due sconfitte consecutive per doverti guardare le spalle, ma anche due vittorie per cambiare completamente marcia”.
Playoff obiettivo concreto? “Si, assolutamente. Mi dispiace solo che gli stadi siano ancora chiusi, perché la gente di Reggio avrebbe fatto la differenza. Tra i tanti ricordi del tifo incredibile con cui i nostri tifosi ci davano la carica, porto nella mente e nel cuore la partita col Siracusa, nel 1992: il vecchio Comunale era pieno, eppure non ci giocavamo la promozione, ma una salvezza in C1”.
*foto: Chisti Simu by Aeroplani di Carta
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