“Dai Aglietti facci un gol, dai Aglietti facci un gol…Dai Aglietti facci un gol, faccelo per noi!”. Chiunque abbia seguito la Reggina tra il 1994 ed il 1996, non può non ricordare il coro che ogni domenica, sia al vecchio Comunale che in ogni angolo d’Italia, veniva intonato dagli Ultras reggini all’indirizzo di Alfredo Aglietti. Arrivato in riva allo Stretto a 24 anni, dal Pontedera, l’attaccante dal fisico asciutto e dalle lunghe leve aveva attirato la curiosità di tutti, non fosse altro che per aver mezzo lo zampino nell’incredibile vittoria ottenuta in amichevole dai toscani, contro l’Italia di Arrigo Sacchi.
La curiosità , si tramutò presto in entusiasmo, ed il feeling con la gente di Reggio fu immediato. Veloce come una “gazzella”, tecnico, potente: Aglietti mostrò immediatamente le qualità del vero bomber, e con Pasino formò una coppia d’attacco che da queste parti nessuno ha dimenticato. Trentotto reti in due stagioni, una promozione dalla C1 alla B ed una salvezza sulla quale nessuno avrebbe scommesso, quando alla fine del torneo cadetto mancavano solo quattro partite.
Alfredo Aglietti fu molto di più che un semplice calciatore. Alfredo Aglietti fu un idolo della Reggio calcistica anni ’90. Anche se la storia d’amore durò poco, in quanto, nell’estate del 1996, Lillo Foti non poté che accettare l’offerta del Napoli: per la Reggina un’importante cifra in denaro, per il suo bomber il sogno chiamato serie A.
Strade diverse, ma rapporto intatto, come dimostra la sfida tra Reggina e Verona del 24 maggio 1998. Aglietti si presenta per la prima volta da avversario nello stadio che lo ha idolatrato, e per di più nelle fila di una squadra non certo simpatica alla tifoseria amaranto. L’Hellas sbanca lo Stretto in modo netto, sullo 0-3 finale c’è la firma dell’attaccante autore di una doppietta. Per i ragazzi di Colomba, svaniscono le ultime speranze di serie A. La Curva Nord incassa ma non dimentica, e nei minuti finali, nonostante il dispiacere procurato ai suoi vecchi tifosi, Aglietti viene di nuovo omaggiato da quel coro. “Dai Aglietti facci un gol, dai Aglietti facci un gol…Dai Aglietti facci un gol, faccelo per noi!”. Il calciatore ascolta quasi incredulo, ed a fine partita si reca proprio sotto il settore più caldo del Comunale, ricevendo una valanga di applausi e lanciando la maglia alla Nord, in segno di riconoscenza.
23 ottobre 2010, Reggina-Empoli. Di tempo ne è passato parecchio, Aglietti torna di nuovo a Reggio da avversario ma questa volta lo fa nelle vesti di allenatore, guidando l’Empoli. Il cuore pulsante del tifo amaranto è di nuovo la Curva Sud, i ragazzi di allora hanno qualche capello bianco e le generazioni sono ormai cambiate. Ma quando Reggina ed Empoli scendono sul terreno di gioco, il tempo si ferma. “Dai Aglietti facci un gol, dai Aglietti facci un gol…Dai Aglietti facci un gol, faccelo per noi!”. Ancora quel coro, tredici anni dopo. Aglietti si ferma, anche questa volta rimane incredulo. Poi, con gli occhi quasi lucidi si dirige verso la Curva, applaude e canta insieme agli Ultras: proprio come in quei favolosi, indimenticabili anni ’90…
*Tratto da RNP del 11/12/2020
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