Costruire sui ragazzi, gettare le basi partendo proprio dal settore giovanile. Un obiettivo spesso soffocato dalle logiche del calcio moderno, un traguardo sempre più difficile da raggiungere. Pochi, davvero pochi, i club che portano avanti la linea del “calcio fatto in casa”: chi c’è riuscito, vedi Atalanta, ha scritto negli ultimi anni pagine indimenticabili.
Uno degli esempi più belli di tale filosofia, per circa vent’anni è stato sicuramente offerto dalla Reggina. Una politica nata dall’intuizione di Pino Benedetto, che sul finire degli anni ’80 trasformò una discarica abbandonata in un centro sportivo che a tutt’oggi rappresenta un fiore all’occhiello per il calcio nostrano, e proseguita dalle idee innovative e dalla lungimiranza di Lillo Foti. Tanti i campioni nati e cresciuti al Sant’Agata, grazie al sapiente operato dei tecnici formatisi in quel “laboratorio”. Una lista interminabile, un operato instancabile che ha portato sia alle fortune della prima squadra che ad importantissime plusvalenze per la società . Nel mezzo, i risultati eccellenti ottenuti dal settore giovanile, con la Primavera amaranto che nel 1992 sfiorò lo scudetto, perso in finale col Toro, a Reggio Calabria, di fronte a 12.000 spettatori.
Ci fu addirittura una stagione, in cui la “cantera amaranto” rappresentò come non mai l’ossatura della Reggina. Correva il campionato di B 2011/2012, e già un anno prima Foti era attratto dall’idea di costruire un organico molto vicino al modello Atletico Bilbao, squadra spagnola che inserisce in organico solo calciatori baschi. L’apice di quella filosofia, venne raggiunto il 15 ottobre del 2011, sul campo del Livorno. Quel giorno, la compagine allenata da Roberto Breda (guarda caso, tecnico nato al Sant’Agata), si presentò in Toscana con ben undici calciatori cresciuti nelle giovanili, dei quali sette vennero schierati nell’undici titolare, ed uno subentrò in corso d’opera. Quella Reggina “made in Sant’Agata”, per la cronaca, sbancò l’Armando Picchi col punteggio di 0-2. Dieci anni dopo, quattro di quei ragazzi giocano ancora nei primi due campionati d’Italia: Nicolas Viola è in A col Benevento, Missiroli, Barillà e Ceravolo (autore del primo gol ospite) in B con Spal, Monza e Cremonese.
Di seguito, il tabellino di quel Livorno-Reggina (in grassetto, gli elementi provenienti dal Sant’Agata).
15.10.2011 – SERIE B –
LIVORNO 0REGGINA 2
Marcatori: 48’ Ceravolo, 78’ Ragusa.
Livorno (4-5-1): Mazzoni; Perticone, Bernardini, Miglionico (76’ Rampi), Lambrughi; Piccolo, Luci, Genevier, Belingheri (50’ Dell’Agnello), Schiattarella (61’ Barone); Paulinho. A disposizione: Bardi, Filkor, Bigazzi, Salviato. Allenatore: Novellino.
Reggina (3-5-2): Marino P; Adejo, Emerson, Marino A.; D’Alessandro, Rizzo, Viola N. (77’ De Rose), Barillà (83’ Castiglia), Rizzato; Missiroli, Ceravolo (67’ Ragusa). A dispoisizione: Kovacsic, Cosenza, Colombo, Viola A. Allenatore: Breda.
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