L’unico rammarico, è quello di averlo solo in prestito, dal momento che il suo cartellino è di proprietà del Napoli. Cinque gol, prestazioni da categoria superiore, forza fisica impressionante: Michael Folorunsho è tornato ad essere quel centrocampista che, con la maglia della Virtus Francavilla, aveva incantato tifosi ed addetti ai lavori, al punto da convincere il club di De Laurentis ad aprire il portafogli per bruciare sul tempo qualsiasi concorrenza.
Si, a Reggio probabilmente è rinata una stella, ma il pensiero oggi è tutto rivolto agli obiettivi da raggiungere con la maglia amaranto.
FUORI DAL TUNNEL-Sono davvero felice per il momento che stiamo vivendo, abbiamo fatto i conti con momenti di grande sofferenza e tristezza ma non ci siamo mai disuniti. Io tra i leader di questa Reggina? I leader non si autoproclamano e non si vedono dalle dichiarazioni, ma dal rispetto che ti viene portato dal resto della squadra, sia come persona che come calciatore. Per quel che mi riguarda, io sono a disposizione del gruppo, del club, e cerco di dare sempre tutto quello che ho dentro, per crescere e migliorare insieme agli altri.  Sono orgoglioso del mio rendimento, ma l’aspetto fondamentale riguarda il fatto che ci siamo tirati fuori da una situazione complicatissima. Gli obiettivi della squadra, devono venire prima di quelli personali.
VICENZA E MONZA, MOMENTI CHIAVE-Si, il punto di svolta, probabilmente, è arrivato nella trasferta di Vicenza. Eravamo reduci dalla brutta sconfitta col Cittadella, la tifoseria era giustamente delusa e la classifica si era fatta sempre più deficitaria. Era come se il terreno ci stesse franando sotto i piedi, ma sapevamo che non potevamo più fallire, un’altra sconfitta poteva segnare davvero il punto di non ritorno. Dovevamo rialzare la testa, subito. Al Menti siamo stati bravi, abbiamo avuto una reazione di carattere, giocando con qualità e portando a casa un punto che, analizzando la gara, ci stava davvero stretto. In quella serata abbiamo ritrovato fiducia nei nostri mezzi, ci siamo resi conto che bastava poco per venirne fuori. Subito dopo, sono arrivate le due vittorie consecutive, contro Reggiana e Cremonese. Per quanto riguarda me, invece, ho imparato molto dall’espulsione di Monza. Riguardando quella partita, ho capito che non dovevo farmi prendere dalla foga, perché a volte l’eccesso di generosità e la voglia di arrivare a tutti i costi sul pallone possono costare caro, se non riesci a dosare bene le energie.
NESSUN RANCORE-L’anno vissuto in panchina a Bari? Diciamo che sono stato molto sfortunato, in quanto ho rimediato un brutto infortunio quando il campionato di Lega Pro doveva ancora cominciare. Poi ho voluto strafare, il desiderio di tornare subito in campo mi ha portato a forzare i tempi di recupero: una scelta sbagliata, che mi ha esposto ad alcune ricadute. Nessuna polemica e nessun rancore verso la mia vecchia società , ci mancherebbe: non è stata colpa di nessuno, si vede che era destino che andasse così.
UN JOLLY PREZIOSISSIMO-Devo tanto al direttore Taibi, perché ha puntato su di me e mi ha voluto portare a Reggio a tutti i costi. Lui ha creduto nelle mie potenzialità , nonostante fossi reduce da un campionato in cui non avevo giocato praticamente mai. Sono grato anche a mister Baroni, il quale mi ha dato serenità e continuità , facendomi maturare molto. Il ruolo che occupo attualmente, mi dà la possibilità di esprimere tutte le mie caratteristiche, perché sono un giocatore a cui piace abbinare la tecnica alla potenza fisica. Non so se sarà questa la posizione definitiva della mia carriera, anche perché il mister mi ha provato anche a destra. Come ho detto prima un giocatore deve essere sempre pronto anche a nuove soluzioni, mettendosi a disposizione del tecnico e sacrificandosi per i compagni.
KESSIE E LE SIRENE DALLA A…Non ho né idoli e né modelli a cui mi ispiro, anche se devo dire che Kessie del Milan mi piace tantissimo, per il modo in cui unisce la qualità alla grinta. Le sirene della serie A? So che può sembrare una frase fatta, ma credetemi se vi dico che non ci penso minimamente. E’ ovvio che qualcosa mi arriva tramite i portali o i social, ma al mio procuratore, con il quale ho un rapporto splendido, ho espressamente chiesto di non dirmi niente fino al termine del campionato. C’è una Reggina da portare sempre più in alto ed una maglia amaranto da rispettare, il resto si vedrà dopo.
THE MASK-Il gesto della maschera, al momento di esultare? Ho avuto questa idea, insieme al mio migliore amico. Per adesso preferisco che rimanga un segreto, svelerò il motivo di questa esultanza se e quando riuscirò a coronare uno di quei sogni che mi porto dietro fin da quando ero ragazzino…
A FERRARA PER VINCERE-Quando le cose andavano male, ci siamo sentiti un po’ presi in giro da qualche commento e da qualche giudizio. Non mi riferisco né alla stampa né a nessuno dell’ambiente Reggina, sia chiaro. Da qui a fine campionato, vogliamo dimostrare, anche a chi ci considerava scarsi, che in realtà siamo una grande squadra, e possiamo toglierci grandissime soddisfazioni. La Spal? E’ tra le squadre più forti del torneo, su questo non c’è dubbio, anche se all’andata non meritavamo assolutamente di perdere. Massimo rispetto, ma andremo a Ferrara solo ed esclusivamente per vincere, ed i conti li tireremo al triplice fischio.
f.i.
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