Cinquecentotrenta giorni. E’ l’esatto arco temporale che separa la giornata odierna dal primo sbarco a Reggio Calabria da calciatore della Reggina di Gérman Denis, tra i beniamini più acclamati dai tifosi amaranto nonché tra i protagonisti della recentissima vittoria dell’Adriatico contro il Pescara, attualmente l’ultima pagina di una storia che in riva allo Stretto è iniziata il 27 agosto del 2019. La storia di chi, a 39 anni, continua a mettere in campo la ‘garra’ di sempre, quella che sin dalle origini del Fútbol contraddistingue argentini ed uruguayani dal resto del palcoscenico calcistico internazionale e che nasce da caratteristiche ben precise come rabbia, impegno, determinazione, sacrificio e intensità . Denis ha tutto questo e ne ha sempre dato dimostrazione al netto delle varie difficoltà del caso (fisiche, tecniche e tattiche). La rete messa a segno ieri, ad esempio, è il perfetto ritratto di tutto ciò. Ed il riferimento non è legato alla semplice conclusione che ha gonfiato la rete, bensì a ciò che l’ha preceduta. Perché, in realtà , l’azione che ha portato al gol del vantaggio inizia molto prima (precisamente da una rimessa laterale battuta sulla linea di centrocampo) e nasce direttamente dai piedi del ‘Tanque‘.
Il centravanti di Lomas de Zamora arretra in mezzo al campo per raccogliere (in seguito ad un gran movimento di smarcamento) la rimessa laterale di Di Chiara, protegge palla, quasi a memoria apre il gioco dalle parti di Folorunsho e Lakicevic con un pallone verticale che taglia in due il pressing dei biancoazzurri e si catapulta in avanti attaccando la profondità , per tentare di concretizzare in rete quell’azione che lui stesso ha creato. Segue l’incursione dell’italo-nigeriano e la sovrapposizione del serbo senza mai fermarsi, piuttosto temporeggiando, ma con la sicurezza che quel pallone lo avrebbe nuovamente toccato lui, questa volta per spingerlo in porta. E così è stato. Al posto giusto nel momento giusto, ma non per caso. Riscattando l’errore dell’azione fotocopia di dieci minuti prima e lasciandosi andare ad un urlo liberatorio ricco di emozioni miste per il gol ritrovato, un po’ come contro il Brescia, due mesi e due giorni dopo. Poi l’abbraccio significativo con i compagni che non può non rappresentare la forza di un gruppo del quale Denis stesso ne è leader, in campo e fuori.
La città lo riconosce e lui, a sua volta, riconosce (e ribadisce) il suo attaccamento verso la città . Reggio in generale, Pellaro (il quartiere dove vive) in particolare. E’ proprio alla cittadina reggina, infatti, che il ‘Tanque‘ ha dedicato il gol siglato all’Adriatico. ”Alla sua gente”, nello specifico. A testimonianza di un rapporto sempre più forte con un territorio che lo ha accolto a braccia aperte e che lo ha reso parte di esso. Tipico da queste parti, dove il calore popolare è sempre stato una componente che ha contribuito all’integrazione di chi vien da fuori.
Denis, Reggio e la Reggina, cinquecentotrenta giorni dopo…
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