Il suo presente contro il suo passato. Reggina-Lecce, per Marco Baroni, sarà più di una semplice partita. L’attualità ed il nuovo corso amaranto contro i ricordi ed il legame con i colori giallorossi, vestiti in uno dei bienni più belli ed importanti della sua carriera da calciatore. Era l’estate 1987, infatti, quando il difensore fiorentino giungeva in Salento, in Serie B, dopo due stagioni opache in massima serie con Udinese e Roma.
Per lui, Lecce rappresentò una sorta di trampolino di lancio della sua carriera, nonché la sua prima esperienza al Sud Italia. Qui, l’allora 24enne toscano conquistò il cuore dei tifosi giallorossi, diventando uno dei pezzi pregiati della squadra di Carlo Mazzone, che ad ali spiegate si dirigeva verso la seconda promozione in Serie A (la prima avvenne due stagioni prima, ma la discesa verso la B fu immediata). Fu la prima, invece, per Baroni, che la ottenne da titolare con 35 presenze e tre reti.
Lui che, da titolare e gonfiando la rete, decise anche la prima gara del Lecce in Serie A al ”Via del Mare” in quella stagione (dopo il ko di Verona alla prima giornata), culminata con la prima salvezza del club in massima serie. Lo fece davanti a 47.000 spettatori, contro il Napoli di Careca e Alemao (in quella gara orfano di Maradona) e con la specialità della casa, ovvero il colpo di testa. Uno a zero finale e primi tre punti di quel campionato (che chiuse con 33 presenze e due reti), tra l’altro contro lo stesso Napoli in cui Baroni passerà l’anno dopo e che, grazie ad un sua rete all’ultima giornata contro la Lazio, si laureerà campione d’Italia. Ma questa, è un’altra storia.
Restando in terra salentina, Baroni fu tra i protagonisti di un altro grande risultato con la maglia del Lecce, che ancora oggi resta in piedi per non essere stato né superato né eguagliato. Si tratta, infatti, del nono posto raggiunto in quella stagione (1988/89), nonché il miglior piazzamento della storia del club in Serie A. Anche in quel caso, il contributo dell’attuale tecnico della Reggina fu notevole viste le grandi prestazioni e le due reti siglate nel corso del campionato, dove si registrarono vittorie di caratura importante come quelle contro la Juventus, la Sampdoria di Vialli e Mancini e il Napoli stesso.
Al termine della stagione l’addio fu doloroso, specie per una tifoseria che ancora oggi lo ricorda come uno dei difensori più forti che abbiano mai vestito la maglia giallorossa. La stessa che Baroni rivedrà sabato al ”Granillo”, per la prima volta da allenatore avversario. E chi sa se, almeno per un secondo, non si immaginerà nuovamente con quei colori addosso, facendo un salto al passato lungo 32 anni…
Antonio Calafiore
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