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Il calcio ai tempi del covid, la storia di mister Quartuccio: “Abbiamo vissuto l’inferno, ora c’è voglia di vivere e ripartire…”

Il calcio ai tempi del covid, la storia di mister Quartuccio: “Abbiamo vissuto l’inferno, ora c’è voglia di vivere e ripartire…”
ReggioNelPallone
03/06/2020 13:50 | A cura di Ferdinando Ielasi
Il reggino Paolo Quartuccio allena i bresciani dell'Atletico Castegnato: "Adesso che il peggio sembra essere passato, il mio pensiero va a tutti quelli che hanno vissuto in prima persona il dolore e le lacrime".

Ci sono storie che non si dimenticano. Ci sono momenti che ti entrano nell’anima e lì ci rimangono, come un tatuaggio sulla pelle, come un marchio incancellabile. Paolo Quartuccio è uno dei tanti reggini che vivono al nord-Italia, il suo amore per il calcio si fonde con la competenza. Paolo rincorre un pallone insieme ai suoi ragazzi. Paolo siede su una panchina, portando con sé tutti i sogni e le ambizioni di chi può considerarsi ancora un giovane, avendo da poco superato i 40 anni.

Paolo allena l’Atletico Castegnato, in provincia di Brescia. La sua, fino a marzo, è una storia di sorrisi e vittorie. Poi arriva il buio, arriva la paura. Poi è arrivato quel maledetto mostro invisibile, che ha messo in ginocchio la Lombardia. Il pallone non c’era più, e con esso non c’era più quel prato verde da sempre teatro di sogni e week end da raccontare. Sono passati quasi tre mesi, tre mesi di morte e dolore, ma oggi il nemico invisibile sembra essere stato sconfitto, anche se bisogna pur sempre tenere alta l’attenzione. Paolo ha deciso di raccontare la sua storia a RNP , e per questo lo ringrazio infinitamente.

In attesa di tornare su quel prato verde, in attesa che il suono terrificante delle sirene esca dalla testa e dal cuore, lasciando spazio alla dolce melodia di un pallone che gonfia la rete…

LA GRANDE CAVALCATA-Stavamo vivendo una stagione davvero esaltante. Eravamo primi nel nostro girone dopo 21 giornate ed avevamo centrato anche i quarti di finale di Coppa Italia, manifestazione davvero difficile e di altissima competitività, dal momento che in Lombardia i gironi di Promozione sono ben cinque. Un’avventura davvero splendida, quella che abbiamo vissuto fino a febbraio: i ragazzi vincevano e si divertivano, grazie anche ad elementi che possiamo considerare autentici lussi per queste categorie. Basti pensare che in attacco c’erano Sinigaglia, ex Inter ed Atalanta con all’attivo quasi 20 anni di carriera tra i professionisti, e Marrazzo, altro calciatore che ha militato in categorie superiori, il quale prima dello stop aveva già messo a segno 21 reti. La ciliegina sulla torta, è stato un ragazzo che a Reggio conoscete molto bene, ovvero Zappia: sapevo che Daniele aveva lasciato la ReggioMediterranea e si era trasferito nel bresciano per motivi di lavoro, ed allora non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di portarlo nell’Atletico. Ovviamente, ha confermato le sue qualità di calciatore talentuoso e ragazzo eccezionale. Sembrava tutto bellissimo, poi è arrivato l’inferno…

L’INFERNO…Non è facile venire catapultati in una situazione del genere, non è facile dover convivere dall’oggi al domani con l’angoscia e la paura. Il mondo nella sua interezza è stato sconvolto da questo maledetto virus, ma come tutti sapete da queste parti la situazione si è subito presentata come particolarmente drammatica. Le sirene delle ambulanze che suonavano ogni minuto, scandendo spesso e volentieri l’atroce suono della morte. La gente che perde i propri affetti più cari, senza neanche poterli salutare o abbracciarli per l’ultima volta. Momenti che non si possono dimenticare, e che ti segnano per sempre. Tragedie di fronte alle quali il calcio finisce completamente nel dimenticatoio, lasciando spazio ad una partita molto più importante, quella per la sopravvivenza. Adesso che il peggio sembra essere passato, il mio pensiero va a tutti quelli che hanno vissuto in prima persona il dolore e le lacrime portate dal Covid 19, ed in particolare al nostro Presidente, che purtroppo ha perso il padre.

VOGLIA DI VIVERE-Oggi vedo tanta gente che vive in maniera diametralmente opposta. C’è chi non è ancora riuscito a superare la paura, e vive chiuso come se ci fosse ancora il lockdown. Ma c’è anche chi affronta il quotidiano come se tutto fosse alle spalle, senza più prendere alcuna contromisura contro questo nemico invisibile che ancora non è stato definitivamente sconfitto. Secondo me, bisognerebbe trovare la giusta via di mezzo. In tutti c’è comunque la speranza di un domani decisamente migliore, la voglia di ritornare a vivere davvero.

DEDICA SPECIALE-Dalle prime indicazioni, sembra che il calcio dilettantistico cristallizzerà le classifiche maturate prima della pandemia. Se così fosse, l’Atletico Castegnato si ritroverebbe in Eccellenza. Per rispetto delle migliaia di persone che hanno perso la vita, di sicuro non ci sarà alcuna festa, ma sarebbe comunque una grande soddisfazione per un gruppo di ragazzi davvero in gamba, oltre che un traguardo da dedicare al Presidente, il quale come dicevo prima è stato colpito da una perdita gravissima.

LA RIPRESA-Anche se per alcuni mesi nulla sarà come prima, il calcio professionistico secondo me ha fatto bene a ripartire. A livello di etica, io comprendo che qualcuno possa storcere il naso, nel vedere calciatori regolarmente in campo all’indomani di un disastro epocale che ha portato via oltre trentamila persone. Ma è pur vero che la vita deve riprendere, seppur lentamente. Il calcio è anche un’azienda che muove tantissimi soldi, e così come ogni azienda non può fermarsi a lungo, in quanto andrebbe incontro al default economico. Se hanno riaperto bar, ristoranti, fabbriche etc, è giusto che riapra anche il calcio, se come sembra i contagi continueranno a calare e chi scende in campo lo farà nella totale salvaguardia della salute.

IL CAMBIAMENTO-Inutile girarci intorno, il calcio dilettantistico ha bisogno di aiuti concreti e riforme. A certi livelli non ci sono guadagni, il tutto si muove attraverso le disponibilità dei Presidenti e le sponsorizzazioni. Il mondo intero dovrà fare i conti con una crisi economica inevitabile, i soci che ieri investivano a livello dilettantistico probabilmente domani dovranno pensare a salvare le loro aziende. Bisognerà guardare al futuro con attenzione e prepararsi ad un ridimensionamento, che toccherà inevitabilmente anche gli atleti.

CUORE AMARANTO-Il mio cuore da tifoso batte e batterà sempre per la Reggina, mi auguro che il Consiglio Federale segua la strada della logica e del merito sportivo, ufficializzando una serie B meritatissima che manca da sei anni. A proposito di Reggina, nel Lumezzane ho avuto modo di conoscere Sarao: secondo me è un calciatore che potrebbe tornare molto utile anche in B, essendo molto spigoloso da marcare e sempre disponibile al sacrificio. Manuel è un altro di quei ragazzi che abbinano le qualità tecniche al valore umano, spero possa avere una chance anche in serie cadetta perché se lo merita davvero.

IL SOGNO-Sia a Lumezzane che a Trento sono stato il secondo di Antonio Filippini, persona a cui devo tantissimo. Un allenatore di talento, oltre che una persona speciale: lavorare con lui è stato un privilegio, gli auguro di compiere l’impresa di salvare il Livorno, squadra che da marzo gli ha affidato la panchina. Oggi sono ancora l’allenatore del Castegnato, ma non vi nego che sarei felice di poter tornare un giorno al fianco di Antonio.

Ferdinando Ielasi
Giornalista pubblicista, Direttore Responsabile di Rnp. Già collaboratore di Calabria Ora, da settembre 2014 conduce Tutti figli di Pianca su Radio Touring 104.

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