Diretto e schietto, come pochi. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, è tornato a parlare della situazione relativa all’impatto del Coronavirus sul calcio, considerato, com’è giusto che sia, un aspetto secondario rispetto a tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese. Di seguito, le sue parole ai microfoni di TuttoC.com:
“Promozioni e retrocessioni? Partiamo dal fatto che c’è la speranza di terminare il campionato. Io spero ad esempio di giocare domani. Poi c’è chi ha speranza di essere promosso, chi di non retrocedere. Però c’è la realtà . La realtà dice che Monza, Vicenza e Reggina, che si sono fatte in quattro quest’anno per puntare alla B e giustamente sperano di salire, dovranno rapportarsi col sistema. Ma ci sarà tempo per questo, inutile pensarci adesso. A decidere saranno il governo e i ministeri che ci diranno se si può giocare o meno, ci sarà la FIGC che in caso di stop prenderà una decisione. Ma c’è un convitato di pietra, quel virus maledetto, che, ripeto, ti fa capire come promozioni e retrocessioni sono cose estremamente secondarie. C’è un grave problema sanitario in Italia, ci saranno gravi problemi economici. È cambiato il mondo c’è una guerra in atto, non si ragiona più come prima”.
”Quando finirono le guerre normali la gente corse in strada ad abbracciarsi, a ballare, a stare insieme. Noi, quando tutto questo finirà , avremo paura degli assembramenti. Pensate allo stadio, allo stare tutti vicini, alle esultanze sugli spalti. In tanti non andranno allo stadio finché non ci sarà il vaccino perché avranno paura. C’è un Paese che cerca mascherine, piange i propri morti, non sa se tornerà ad avere un lavoro e noi litighiamo su promozioni e retrocessioni? Vorrei dire una cosa violenta ma non voglio essere maleducato. Ma di che parliamo?”.
Le 60 squadre di C ed un rischio concreto in futuro… – “Stanno affrontando il momento con grande unità , sono compattissime. Sanno che prima di tutto c’è un problema economico da risolvere. Il presidente della Feralpisalò, Pasini, ha interrotto gli altiforni. Sa quanto servirà  per rimetterli in piedi? Parliamo di mesi e parliamo di uno degli imprenditori più solidi della nostra Lega. Il rischio, tra pochi mesi, è che ci sia una moria di squadre che non si iscriveranno. E non per i fallimenti, come accadeva in passato, ma perché non avranno più soldi da investire nel nostro sistema. Mettiamoci in testa che l’azienda madre verrà preferita rispetto all’azienda calcio”.
Sull’AIC ed il taglio degli stipendi – “Con l’Assocalciatori ho messo in piedi un tavolo permanente. Ma in questo caso non siamo in trattativa sindacale, quella puoi farla quando sei nel periodo delle vacche grasse. Noi siamo in guerra, quando finirà bisognerà fare sacrifici. Ritengo che sia miope aspettare: a Tommasi ho proposto un accordo pilota. Chi dirige deve avere forza e metterci la faccia. Prendere subito delle decisioni. Perché più passerà il tempo e più aumenterà l’insofferenza. Se si farà tardi ci frantumeremo. Poi è chiaro: che tagli vuoi chiedere a chi è al minimo salariale? Ma tutti gli altri dovranno concorrere, chi avrà di più dovrà ridare di più. Ognuno dovrà fare sacrifici in base alle proprie capacità ”.
Su un’eventuale defiscalizzazione – ”Negli scorsi mesi avevamo proposto di vincolare parte delle tassazioni allo sviluppo di settori giovanili, stadi e processi di formazione. La proposta era semplice: uno Stato moderno, in un periodo di crisi, ha difficoltà a reperire risorse finanziarie e, di conseguenza, può usare quelle provenienti dal fisco. Era un meccanismo utile mesi fa, adesso lo sarebbe ancora di più. Ci dissero che c’era un problema legato agli accordi economici con l’Unione Europea. Adesso questi problemi non ci sono più. Quindi chiediamo una volta di più, al governo, di giocare questa carta vincente. Chiediamo solo un po’ di benzina iniziale, poi il motore della Lega Pro saprà fare strada da solo. Ci metto dentro anche le scommesse: si è parlato dell’1% degli introiti da destinare alle Leghe e alle società . Lo si faccia, si dia il sostegno richiesto”.Â
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