Un guerriero amaranto. Ben 5 anni in riva allo Stretto, 150 presenze e 2 reti, diverse salvezze importanti in Serie A ed una stagione in Serie B con la fascia da capitano al braccio. Parliamo di Maurizio Lanzaro, ex difensore della Reggina, ospite della mezzanotte odierna di RNP all’interno della rubrica ”A tu per tu”.
Partiamo dal presente di Maurizio Lanzaro…
Ad oggi sto giocando nel Tarazona (Tercera Division spagnola), in un campionato che equivale alla nostra Serie D. Mi sto divertendo e nel frattempo alleno anche una squadra di giovani calciatori.
Dalla Spagna all’Italia, nonostante la distanza sta seguendo la Reggina?
Si, la sto seguendo ed ho visto anche qualche partita. Con il cambio di proprietà a Reggio Calabria è tornato l’entusiasmo degli anni d’oro, la squadra è tra le più forti del campionato e lo sta dimostrando. Ho giocato con la Salernitana 4 anni fa e vincere in Serie C non è facile, lo stanno dimostrando anche Bari e Catania. Mister Toscano sta facendo un lavoro eccezionale, non è facile far restare la squadra con i piedi per terra in un momento così, perchè Reggio Calabria è una piazza molto calda che ti fa sentire sulle stelle e che pretende sempre il massimo dai calciatori. Oggi la Reggina sta vivendo un momento d’oro che spero duri fino alla fine del campionato.
Cosa pensa della squadra che è stata allestita?
E’ una squadra composta da giocatori di categoria superiore, basti pensare che uno tra Reginaldo e Denis, che hanno fatto la Serie A, parte dalla panchina. Poi c’è anche Bellomo, in difesa ci sono Loiacono e Rossi che sono due giocatori di grande qualità per la categoria. A volte per sbloccare alcune partite ci vuole un colpo di un campione e la Reggina ne ha tanti, come lo stesso Corazza. E’ una squadra costruita benissimo dal direttore sportivo e gestita al meglio da un grande allenatore come Toscano, il quale conosce bene Reggio e saprà gestire sia i momenti di entusiasmo che quelli di difficoltà .Â
Ha vestito le maglie di Salernitana, Cosenza, Juve Stabia e Foggia, tutte squadre che negli ultimi cinque anni, dalla Serie C hanno conquistato la promozione in cadetteria: pensa possa riuscirci anche la Reggina?
Me lo auguro con tutto il cuore, perchè Reggio Calabria sta proprio nel mio cuore. Lì ho passato 5 anni bellissimi della mia carriera, sono cittadino onorario e per di più è anche gemellata con un’altra squadra che porto nel cuore come la Salernitana, un di più per cui dovrà vincere il campionato.
Quattro campionati in Serie A, uno in Serie B con la fascia da capitano al braccio, che esperienza è stata quella alla Reggina?
Un’esperienza bellissima ed importante per la mia carriera. A Reggio Calabria abbiamo trascorso anni bellissimi con mister Mazzarri, ma anche dopo. Abbiamo centrato salvezze difficili che magari sulla carta sembravano impossibili ma purtroppo il quarto anno siamo retrocessi. Allora il presidente Foti fece la squadra per vincere il campionato ma non ci riuscimmo e forse questo è il rammarico più grande che ho: non aver riportato la Reggina dove meritava. Per me Reggio Calabria significa tanto ed ho ancora tanti amici lì. La Reggina è tra quelle squadre che più mi sono rimaste dentro il cuore. Sono ricordi che racconterò ai miei figli…
Il ricordo più bello e quello più brutto della sua esperienza in amaranto?
Il ricordo più bello è sicuramente la cavalcata salvezza nell’annata del -11, dove abbiamo raggiunto l’obiettivo tra le tante difficoltà . Nessuno ci credeva, l’unica persona che ci diede speranza fu mister Mazzarri. Da lì si creò un gruppo fantastico che iniziò a crederci partita dopo partita. E’ stata l’annata più bella che ho vissuto a Reggio Calabria. Il ricordo più brutto è legato al quarto anno, quando retrocedemmo matematicamente in seguito alla sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio. Quello è l’unico ricordo amaro che ho della mia esperienza alla Reggina…
Il suo fu un addio abbastanza inaspettato, nonostante fosse un calciatore amatissimo dal popolo amaranto…
La cosa più bella che ricordo da non calciatore della Reggina fu il ritorno al ”Granillo” con la maglia della Salernitana. Non c’era tanta gente perchè la Reggina non andava benissimo, ma ricordo che i tifosi mi chiamarono sotto la curva per applaudirmi e quando incitarono il mio nome mi uscì qualche lacrima dagli occhi. L’addio fu un po’ inaspettato, non mi fu mai stato proposto un rinnovo di contratto, forse perchè i costi della Serie B non permettevano alla dirigenza di fare sforzi economici per me, ma a Reggio sarei rimasto molto volentieri.
Negli ultimi anni si è parlato di un suo ritorno: erano solo voci o c’era qualcosa di vero?
Si parlava di un mio ritorno ai tempi del ds Martino e del presidente Praticò, con il quale parlai perchè lo conoscevo già dei tempi delle nazionali U15 e U16. E’ vero che c’è stato qualche contatto ma poi non si è fatto niente, mi sarebbe piaciuto tornare a Reggio…
Chiudiamo con un aneddoto…
Sento ancora il dottor Favasuli, con lui ho tanti di quegli aneddoti che starei un’ora al telefono. Mi ricordo quando, ai tempi del -11, insieme a tutta la squadra, sotto gli occhi del presidente, lo lanciavamo in aria nei festeggiamenti. Era parte integrante del gruppo e non lo dimenticherò mai, così come il calore e l’affetto che la città di Reggio mi ha trasmesso.
Antonio Calafiore
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