Una partita tra squadre costruite per vincere, ma a fare festa è stata soltanto una, per la gioia dei suoi 15.000 tifosi. La Reggina di Mimmo Toscano ha fatto suo il derby col Catanzaro, compiendo un ulteriore passo in avanti non solo dal punto di vista della classifica e delle statistiche.
Gli amaranto sono una grande squadra, ormai non servono più conferme. A dirlo è stato l’ennesimo esame superato a pieni voti, che completa un percorso di crescita esponenziale. Fino a sabato sera, gli amaranto non avevano mai dovuto soffrire l’avversario, ed i tre punti fuori dal Granillo sono mancati più che altro per il fatto di non essere riusciti a chiudere partite a tratti dominate, senza dimenticare il clamoroso torto arbitrale subito al San Nicola di Bari. Nel derby con le aquile, è arrivata la partita più complicata di questo inizio stagione, contro un Catanzaro che nel primo tempo si era fatta preferire sotto il profilo del palleggio e della fluidità di manovra. Ed è proprio in questo frangente, che la compagine dello Stretto ha dato un’altra risposta esemplare, facendosi trovare pronta nella prima occasione in cui c’è stato da stringere veramente i denti. Neanche il cartellino rosso sventolato a De Rose, ha scalfito gli uomini di Toscano. Sacrificio e forza d’animo, per un gruppo bravissimo a riordinare le idee durante l’intervallo, complici le mosse del proprio allenatore.
Nella ripresa, è stata tutta un’altra sinfonia. Perché se è vero che prima del gol di Corazza il Catanzaro aveva fatto tremare i quindicimila con il palo di Fischnaller, è anche vero che nei secondi quarantacinque minuti è stata la Reggina a fare vedere le cose migliori. La panchina amaranto lo ha capito, giocandosi il jolly che ha spiazzato tutti: nell’ultimo quarto d’ora fuori un centrocampista, Rolando, e dentro un attaccante Denis, per una sorta di 4-2-3 superoffensivo. E’ la mossa che spacca il derby, benvenuti a Toscanolandia. In conferenza stampa, il tecnico amaranto mette il sigillo ad un capolavoro, dimostrandosi un fuoriclasse anche a livello di umiltà. “La mossa di non levare Corazza per Denis nasce da un’idea del mio secondo, Michele Napoli: è un ragazzo che lavora con me da vent’anni ed io gli ho dato piena fiducia”.
Sull’altro fronte, come abbiamo detto prima il Catanzaro nel primo tempo si è dimostrata squadra con la s maiuscola. Ma nella ripresa, appena sono rimasti in 10 proprio come la Reggina, i giallorossi sono calati vistosamente, ed Auteri ha fatto fuori tutto il proprio attacco: fuori nell’ordine Bianchimano, Kanoute e Fischnaller, fuori addirittura Giannone che era entrato appena 17 minuti prima. Ed è proprio Auteri, in sala stampa, a scrivere una pagina decisamente poco edificante di questo derby. E non ci stiamo riferendo al fatto dalle interpretazioni di parte date alle due espulsioni, perché si sa che in casi del genere ognuno tira acqua al suo mulino.
La cosa davvero antipatica, deriva dal fatto che il tecnico di Floridia abbia attribuito l’espulsione di Martinelli, e dunque la successiva sconfitta, ad un arbitraggio condizionato da una presunta aggressione verbale che il direttore di gara avrebbe subito durante l’intervallo. Ci ha tenuto a ribadire il concetto, pregando i cronisti presenti di scriverlo. Ma se così fossero andate le cose, noi al posto suo avremmo abbandonato la sala stampa, senza più parlare di calcio, argomento che rispetto alla “denuncia” doveva passare decisamente in secondo piano. Ed invece, alle nostre osservazioni che gli facevano notare da una parte i torti arbitrali subiti dalla Reggina contro il Bari ed il Catania, e dall’altra la poca cattiveria sotto-porta mostrata dai suoi, il diretto interessato ha reagito mostrandosi d’accordo. Tutto questo ci appare un enorme controsenso, riportandoci al triste concetto che “quando si perde bisogna sempre dare la colpa a qualcuno”.
Il signor Paterna di Teramo è stato di gran lunga il peggiore in campo, ma su entrambi i fronti. E se la Reggina ha battuto il Catanzaro, è stato solo per un secondo tempo in cui un tecnico ha cercato disperatamente la vittoria, mentre un altro ha visto che i suoi non avevano più benzina ed ha provato a blindare lo 0-0. Non serve specificare chi è l’uno e chi è l’altro…
Ferdinando Ielasi-Vincenzo Ielacqua
Commenti