Quando la forza imprenditoriale si sposa con l’amore verso la propria “creatura” e l’identificazione verso il territorio, quello che ne consegue non può che essere un mix esplosivo e vincente. Passione, entusiasmo ed ambizioni: è ciò che dallo scorso gennaio si sta vivendo da queste parti, in concomitanza dell’avvento di Luca Gallo. Fin dalla sua prima conferenza stampa, l’imprenditore romano si è mostrato subito agli occhi del popolo reggino come un portatore sano di entusiasmo, risvegliando la forza emotiva, intorpidita ma non certo terminata, di una intera tifoseria. Alle parole sono seguiti i fatti, caratterizzati da investimenti importantissimi, di certo fuori dal comune sia per l’attuale contesto economico della città che per un campionato come la serie C.
Luca Gallo è il principale artefice del risveglio amaranto, su questo non si discute. Dal canto suo, Reggio di certo non ha fatto mancare la (meritatissima) gratitudine, riversandosi al Granillo con una partecipazione che non si vedeva da anni. Numeri sbalorditivi, proprio come gli investimenti del Presidente. In mezzo, un rapporto che col passare dei mesi è diventato viscerale. Per il popolo, per la città , Luca Gallo è diventato molto di più che un Presidente della squadra di calcio. L’impatto emotivo è stato di tale portata, da coinvolgere l’immaginario collettivo: una sorta di “Presidente rockstar”, un volto ed un nome a cui associare un percorso di rinascita. Tutto giusto, tutto meritato.
Un percorso del genere, così improvviso ma allo stesso tempo così dirompente, non poteva che portare alla figura del “Presidente tifoso”: al giallorosso della Roma, che per sua stessa ammissione ha amato ed ama fin da quando era ragazzino, Gallo ha aggiunto l’amaranto della Reggina. Un cliché che non poteva non ripetersi in occasione di una partita importante e sentita, come il derby contro il Catanzaro. Solo che stavolta secondo noi si è andati un passo oltre, e se “il Gallo tifoso” oltre a piacerci molto può rappresentare una forza in più, la maglia indossata sabato sera non ci è piaciuta.
Attenzione, non è questione né di perbenismo né di falso moralismo. Chi conosce la nostra storia, conosce anche la nostra allergia verso il calcio dei divieti, delle tessere, delle omologazioni. Il calcio è del popolo, dunque la versione “giacca, cravatta e frasi fatte” ci è sempre stata indigesta. Noi siamo quelli che, tanto per intenderci, si sono innamorati della corsa di Carletto Mazzone, il quale dopo essersi preso gli insulti di una intera tifoseria in Brescia-Atalanta, è andato sotto la Curva orobica dopo il pareggio delle rondinelle, per rispondere a quegli insulti. Abbiamo capito il gesto genuino, di chi prima di essere allenatore è un uomo seduto su una panchina.
In virtù di quanto detto adesso, ci siamo emozionati nel vedere Luca Gallo sotto il settore degli Ultras amaranto, subito dopo Ternana-Reggina, così come ci siamo emozionati nel leggere, sul CorSport di oggi, che i momenti più belli per il Presidente “sono quelli con chi sta su una sedia a rotelle”. Per non parlare dell’emozione che abbiamo provato nel vedere, sul canale ufficiale del club, il suo discorso alla squadra prima del derby: parole da brividi, dalla prima all’ultima.
Abbiamo sorriso di fronte al Tweet “I salammu” riferito alle vittorie col Catania, perché in quel caso il Presidente ha voluto mettere in risalto i meriti dei suoi ragazzi. E va benissimo anche l’esultanza sfrenata successiva al gol di Corazza, che dimostra quanto Luca Gallo tenga a questa Reggina.
Ma la maglietta che irride l’avversario, co-protagonista tra l’altro di una partita bellissima, come dicevamo prima è un “passo oltre”. Assurdo pensare solo per un momento che si tratti di discriminazione territoriale, sicuramente non sono mancate le reazioni esagerate e le interpretazioni fantasiose. Ma secondo noi andava egualmente evitata, proprio perché, pur essendo tifoso, Luca Gallo è prima di tutto il Presidente della Reggina, e certe logiche, certe dinamiche, dovrebbero restare nell’ambito delle tifoserie, specie quando si tratta degli sfottò. Rientra nel concetto di gioco delle parti, che se “trasgredito” ogni tanto va bene, ma se diventa regola stride.
Le reazioni del giorno dopo, sono state prevedibili. Anche qui, è entrato in scena il gioco delle parti. Da Catanzaro reazioni furiose (e lo ripetiamo, in alcuni casi esagerate…), mentre Reggio, così come ha sempre fatto in casi del genere, si è spaccata in due. “Il Presidente ha fatto bene” contro “Il Presidente ha sbagliato”: e via con le baruffe virtuali, con tifosi della stessa fede (amaranto) a beccarsi sui vari social (anche questa purtroppo è una brutta, bruttissima consuetudine della nostra città , dove se la pensi come me sei bravo, altrimenti vali poco o nulla…). Risultato? Si è parlato poco, pochissimo della maglia che avrebbe meritato di stare davvero al centro dell’attenzione: quella che non perde da 9 nove partite consecutive, quella che al Granillo conosce solo vittorie, quella che Mimmo Toscano ed i suoi ragazzi hanno fatto risplendere anche nel derby contro il Catanzaro. La maglia amaranto. Questa, probabilmente, è la cosa che ci è dispiaciuta di più. Perché questi ragazzi, senza nulla togliere ad un Presidente che sta facendo cose straordinarie, avrebbero meritato una domenica tutta per loro…
Ferdinando Ielasi-Vincenzo Ielacqua
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