Tre campionati con i colori amaranto, tra serie A e serie B. L’esordio nell’olimpo del calcio con l’eroica Reggina del “meno undici”, una laurea in giurisprudenza conseguita nella città dello Stretto. Christian Puggioni oggi valuta se tornare o meno ad indossare i guantoni da portiere, ma nel frattempo ha conseguito il patentino da “allenatore base” e studia anche da dirigente.
In attesa di capire il futuro, l’ex portierone amaranto non ha dimenticato il passato. “Certo che sto seguendo il percorso della Reggina, l’ho fatto anche negli anni precedenti. Credo che anche io ho contribuito a dare qualcosa alla storia del calcio a Reggio, i colori amaranto ed i reggini non li ho mai dimenticati. Adesso vedo che le cose stanno andando a gonfie vele, e non posso che esserne felice…”.
L’album dei ricordi scorre a gran ritmo, impossibile non soffermarsi su quella maledetta semifinale playoff del Piola, quando la Reggina vide sfumare il sogno di tornare in A proprio all’ultimo secondo. “Sono stati momenti bruttissimi, infernali. Ancora me li sogno di notte, li rivivo nei miei incubi. Io che grido a Giacomo Tedesco di andare a battere quel calcio d’angolo per perdere tempo, lui che mi dice di non farcela perché è stremato. Sul pallone ci è andato Sarno, che si è fatto prendere dall’esuberanza ed ha giocato la palla invece di passarla ad un compagno e tenerla il più possibile. Eravamo quasi al 90′. Subito dopo quel cross dalla destra, proprio nella zona dove era stato espulso Colombo, il pallone respinto prima di finire sui piedi di Rigoni, che si è inventato quel tiro imparabile e ci ha negato un traguardo che avremmo strameritato…”.
*L’intervista completa sarà online intorno a mezzanotte, nella consueta rubrica “A tu per tu”.
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