Ospite di RNP questa sera per la rubrica “A tu per tu” è mister Gianluca Atzori, prima calciatore e poi tecnico della Reggina nei suoi ultimi anni in Serie B.
In attesa di tornare a sedersi in panchina, cosa fa al momento mister Atzori?
Ho passato l’ultimo anno nell’ombra, fermo forzatamente ai box. Approfitto di questa pausa per tenermi aggiornato, guardare partite e individuare giovani calciatori che non sono ancora stati notati; in caso di chiamata tali scoperte potranno tornarmi utili.
Sente la mancanza di calcio giocato, allenamenti e partite?
Stare lontano dal campo è pesante, vorresti trovarti sul campo quotidianamente, gestire un gruppo di calciatori, allenarli… Senti dentro un bisogno viscerale di allenare. L’ultimo è stato per me un anno sabbatico, l’esperienza di Vercelli resta al momento l’ultima per me.
Contatti per allenare ce ne saranno stati durante quest’estate?
Ho avuto più colloqui durante quest’estate che in tutta la mia carriera da allenatore, alla fine però la loro scelta ricadeva su altri tecnici; ammetto che un po’ di tristezza la provavo nel sapere che era stato preferito qualche altro allenatore. Nel Girone C di Serie C mi aveva contattato la Viterbese, alla fine ha scelto diversamente ed ha già cambiato quella scelta.
Riguardo la Reggina e l’entusiasmo che si è creato in questi mesi, che opinione si è fatto?
Secondo me una società forte deve avere sotto di sé solo gente forte; una società normale che cerca di essere forte, alla fine non raggiunge i risultati prefissati. La Reggina ha direttore sportivo, tecnico e squadra forti e con una mentalità vincente, è fondamentale per ambire a risultati importanti. Reggio e la Reggina hanno bisogno di tutto questo entusiasmo.
Quali saranno le protagoniste del campionato?
Il Bari è certamente una delle pretendenti ma non la favorita, Reggina, Catania e Catanzaro sono forti e lotteranno per i primi posti, senza contare altre che certamente verranno fuori. Proprio per l’equilibrio che c’è, arrivare primi non sarà facile, la Reggina può e deve ambire a vincere, ma se dovesse arrivare terza o quarta, non dovrà essere visto come un fallimento. La mentalità della società farà la differenza.
Commenti