“La squadra è completamente nuova, ci vuole del tempo prima che si veda la mano dell’allenatore“…Quante volte, nel mondo del calcio, abbiamo sentito frasi del genere di fronte ad un progetto tecnico che viene stravolto rispetto alla stagione precedente? Tante, tantissime.
Un concetto che a volte viene usato come alibi di fronte a risultati che non arrivano, ma che in parecchi casi equivale al vero. Ad oggi, non è un riferimento valido per la Reggina. Il club dello Stretto ha rivoltato come un calzino l’organico della precedente stagione, confermando solo cinque interpreti, ovvero Gaspareto, Salandria, Bellomo, Doumbia e Farroni (quest’ultimo, anche lo scorso anno era vice-portiere). Tra infortuni (Gasparetto e Doumbia) e scelte tecniche del mister, in campo è quasi sempre sceso un undici titolare quasi completamente rivoluzionato. Al San Nicola di Bari, addirittura, nella formazione titolare non c’era neanche un calciatore dello scorso torneo di C.
Ed è anche sotto questo punto di vista, che vanno inquadrati gli enormi meriti di Mimmo Toscano. Guardando giocare gli amaranto infatti, sia nella fase di costruzione che in quella di non possesso si scorgono movimenti armonici, eseguiti quasi a memoria, e per chi non conoscesse il passato, sarebbe facile scommettere che questa squadra gioca insieme da almeno due anni. Si, per vedere la mano di un allenatore ci vuole tempo, ma non ditelo a Mimmo Toscano, perché lui il suo marchio sulla Reggina lo ha già messo. E quando parti in questo modo, vuol dire che c’è già la musica per sognare…
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