Ventiseienne di Santoña (piccolo comune sulla costa orientale a nord della Spagna), Miguel Ángel Sainz-Maza è uno di quei calciatori con le grandi potenzialità, ma che, per chi sa quale motivo, non è riuscito a fare il salto di qualità. Spagnolo, prelevato dal Racing Santander e cresciuto nella cantera del Barcellona, con una maglia numero 10 sulle spalle nel Barça B che sapeva tanto di predestinazione, visto che il suo sguardo, al centro sportivo del Barça, si incrociava quotidianamente con quello dei campioni blaugrana, da Iniesta a Messi. Un gioiellino in campo, cresciuto molto grazie alla fiducia di Guardiola, che fortemente lo volle in blaugrana e grazie al quale si allenò spesso con la prima squadra. Poi l’esperienza al Betis ed il trasferimento a parametro zero in riva allo Stretto nell’agosto del 2013, nella disastrosa annata del Centenario della quale tutti ne conosciamo l’epilogo. Alla Reggina arrivò con grandi aspettative viste le sue qualità tecniche, poi accantonate perlopiù tra panchina e tribuna, viste le sole dieci presenze in amaranto di cui appena quattro dal primo minuto.
Dopo la difficile esperienza in Calabria, il fantasista spagnolo ha continuato a girovagare per l’Italia, approdando al Foggia, proseguendo tra Pordenone, Pisa e Sicula Leonzio, fino a giungere, attualmente, alla Cavese. Doppio incrocio nella scorsa stagione tra lo spagnolo e gli amaranto: nella prima parte di campionato con i bianconeri di Sicilia, mentre nella seconda con i blufoncé, uscendo sconfitto in entrambe le occasioni. Diverso, invece, il suo bilancio con la maglia del Foggia, con la quale, su quattro partite contro gli amaranto, ha totalizzato tre vittorie ed un pareggio.
Domenica, Sainz-Maza tornerà a giocare al ”Granillo nel tridente di mister Moriero. Ancora una volta tornerà in riva allo Stretto, ancora contro la Reggina, laddove iniziò la sua prima avventura in Italia…
Antonio Calafiore
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