“Da metà febbraio a fine aprile, nessuna difesa del girone C ha fatto meglio della Reggina. Persino la neopromossa Juve Stabia ha incassato di più, subendo sette marcature”. A playoff da poco raggiunti, sulle colonne di questa testata avevamo elogiato la difesa amaranto, trasformatasi in un fortino quasi inespugnabile che in dodici gare aveva subito soltanto cinque reti.
Una certezza, in vista della post season. Una certezza crollata clamorosamente ieri sera, sotto i colpi dell’attacco del Catania. Quattro i gol subiti al Massimino, l’unico “senza macchia” del reparto arretrato a fin dei conti è stato Confente, incolpevole sulle marcature subite ed autore di una grandissima parata su Marotta. La difesa della Reggina, punto di forza nell’economica del gioco di Cevoli, non è riuscita a confermare quanto di buono aveva fatto nell’ultima parte della stagione. Lenti ed imprecisi, Conson e compagni sono apparsi lontani parenti di quei difensori che avevano imbrigliato lo stesso Catania nel match dominato all’Oreste Granillo, finendo con l’ingigantire i meriti di un avversario apparso a tratti imprendibile.
Sia chiaro, gettare tutte le colpe addosso alla difesa sarebbe ingiusto ed ingeneroso, in quanto gli amaranto ieri sera sono stati sopraffatti come collettivo, al di là di un arbitraggio pessimo e degli episodi che non hanno mai girato dalla loro parte. Ma nel calcio contano i numeri ed i risultati, ed i numeri dicono che in due partite di playoff, tra Monopoli e Catania, la Reggina ha incassato gli stessi gol presi in due mesi e mezzo di campionato. Una bocciatura, o se preferite un esame rimandato alla prossima stagione…
f.i.
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