Via Massimo Drago, riecco Roberto Cevoli. Secondo cambio di panchina per la Reggina di Luca Gallo, che torna sui propri passi nel tentativo di evitare la mancata qualificazione ai playoff, che equivarrebbe ad un autentico fallimento.
Aggiornando uno ‘speciale’ di RNP già pubblicato, ripercorriamo nel dettaglio i precedenti ribaltoni di panchina, partendo dal 90-91, anno in cui la Reggina di Pino Benedetto diede vita al primo esonero della propria era calcistica…
90-91 (serie B)
CERANTOLA-GRAZIANI-CERANTOLA
Arrivato da Licata con l’obiettivo di lottare per il salto di categoria, Aldo Cerantola (nella foto) delude le aspettative: la ‘zona’ del tecnico veneto fa acqua da tutte le parti, e dopo la sconfitta di Barletta, alla 15^ giornata, la Reggina decide di esonerarlo. Al suo posto, arriva Ciccio Graziani, che l’anno prima, sempre da subentrato, aveva salvato la Forentina, portandola fino alla finale di Coppa Uefa. A Reggio tuttavia, la favola non si ripete: a 9 giornate dalla fine, la sconfitta interna con la Triestina scatena una violentissima contestazione dei tifosi, e costa il posto all’ex campione del Mondo. Al suo posto, per guidare una squadra ad un passo dalla C1, torna Cerantola: la missione impossibile non riesce, Simonini e compagni, a dispetto di ogni pronostico iniziale, finiscono col retrocedere.
91-92 (serie C1)
CERANTOLA-GERETTO-ANSALONI-GERETTO
Stavolta Aldo Cerantola dura solo 3 giornate, nelle quali ottiene 2 pareggi interni ed una sconfitta. Lo 0-0 col Chieti certifica un altro esonero, nella settimana che porterà anche alle dimissioni di Benedetto. L’era di Lillo Foti inizia dunque con Gabriele Geretto, proveniente dal settore giovanile: sin dall’inizio tuttavia, viene chiarito che quelo di Geretto sarà una sorta di ‘interregno’, in attesa di individuare un allenatore esperto, in grado di raddrizzare il cammino degli amaranto. Dopo la sconfitta a Casarano (11^giornata), a Reggio arriva Giancarlo Ansaloni, anch’esso fresco di retrocessione in B, con la Salernitana. L’esperienza di Ansaloni non basta, la Reggina rischia una doppia retrocessione. A 6 giornate dalla fine, prima del doppio turno esterno di San Benedetto e Barletta, arrivano le dimissioni per motivi personali: riecco Gabriele Geretto, sotto la cui guida viene evitato l’inferno C2.
92-93 (serie C1)
GERETTO-FERRARI
La salvezza ottenuta nel precedente campionato, vale a Greretto la conferma. Le contestazioni ed i malumori della piazza sono però all’ordine del giorno, ed alla 13^ giornata, dopo l’inaspettato ko interno con la matricola Lodigiani, si cambia nuovamente: via Geretto, spazio ad una ‘vecchia colpe’ come Enzo Ferrari. Con Ferrari in panchina, gli amaranto escono dalle zone basse e si piazzano a centro-classifica, anche se il tutto avviene tra l’indifferenza generale, testimoniata da un Comunale semi-deserto.
95-96 (serie B)
ZORATTI-GAGLIARDI
La sconfitta di Perugia, a 9 giornate dalla fine, costa la panchina a colui che aveva riportato Reggio in serie B dopo 4 anni, ovvero Giuliano Zoratti. Per rimpiazzare Zoratti si opta per una soluzione interna, promuovendo alla guida della prima squadra Franco Gagliardi. Grazie a 4 vittorie nelle ultime 4 giornate, la Reggina di Gagliardi ottiene una salvezza sulla quale non avrebbe scommesso nessuno.
96-97 (serie B)
BUFFONI-GUERINI
Un avvio disastroso quello del tecnico di Colle Umberto, che aveva già allenato in riva allo Stretto tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. In 8 giornate per la Reggina arrivano solo 4 punti, ottenuti senza neanche una vittoria: l’ultimo posto spinge Foti all’esonero di Buffoni, all’indomani dello 0-0 nel derby di Cosenza. Il nuovo mister, è Vincenzo Guerini: una mossa azzeccatissima, visto che gli amaranto riescono a risalire la china, salvandosi con un turno d’anticipo e terminando addirittura nella parte alta della classifica.
GUSTINETTI-BOLCHI
L’esonero di Elio Gustinetti, ha del clamoroso: la Reggina infatti, pur avendo perso pesantemente in casa del Chievo, si trova in piena lotta per la A a sole 6 giornate dalla fine. In Calabria torna Bruno Bolchi, che aveva già allenato la compagine dello Stretto nel torneo 89-90: con Bolchi gli amaranto pareggiano tutte le gare interne ma vincono tutte quelle esterne, conquistando per la prima volta nella storia l’Olimpo del calcio Nazionale.
2002-2003 (serie A)
MUTTI-DE CANIO
Tornato subito in massima serie, il club presieduto da Foti ingaggia Bortolo Mutti, l’anno prima a Palermo. L’era Mutti dura 8 giornate, per un totale di 5 sconfitte, 2 pareggi ed una vittoria: il rovinoso scivolone interno con la Lazio, nel recupero della prima giornata, porta al siluramento dell’allenatore Lombardo. Al suo posto viene ingaggiato Gigi De Canio, che dopo un avvio difficile riesce a trovare il bandolo della matassa, favorito dagli arrivi di elementi come Diana e Bonazzoli. La Reggina ha la meglio sull’Atalanta al termine di un doppio spareggio, e rimane in serie A.
2003-2004 (serie A)
COLOMBA-CAMOLESE
Il ritorno sulla panchina amaranto di Franco Colomba, che aveva allenato gli amaranto riportandoli in A nel 2001-2002, dura 10 giornate: a porre fine alla quinta avventura, l’umiliante 6-0 subito a Milano con l’Inter. Dopo una settimana di ‘interregno’ affidato al compianto Sergio Buso, è la volta di Giancarlo Camolese, che con la Reggina aveva militato da calciatore. Pur senza strafare, Bonazzoli e compagnia ottengono un altro ‘pass’ per la serie A, stavolta con un turno d’anticipo.
2007-2008 (serie A)
FICCADENTI-ULIVIERI-ORLANDI
Dopo 3 anni senza scossoni, contraddistinti dai grandi risultati firmati Mazzarri, ritorna il valzer della panchina. Massimo Ficcadenti, all’esordio in A dopo le esperienze in B col Verona, viene allontanato alla 10^ giornata, in seguito al ko casalingo col Livorno: la Reggina si trova all’ultimo posto, senza una vittoria e con la difesa più battuta del campionato. Per salvarsi di nuovo, Foti si affida ad un decano della panchina come Renzo Ulivieri: il ‘Renzaccio’ parte bene, ma nel girone di ritorno la situazione torna a farsi molto preoccupante. All’indomani del pareggio interno col Palermo, si cambia nuovamente: dal settore giovanile ecco Nevio Orlandi, che nelle restanti 12 partite riesce nell’impresa, e grazie a 4 successi in 5 partite salva la Reggina.
2008-2009 (serie A)
ORLANDI-PILLON-ORLANDI
Confermato dopo alcune titubanze, Orlandi ‘salta’ alla 16^ giornata, dopo la sconfitta casalinga contro la Sampdoria. Al suo posto c’è Bepi Pillon, che dopo i miracoli di Treviso (portato dalla D alla A) e la promozione in B con l’Ascoli, sembra essersi un pò perso per strada. La strada di Pillon a Reggio sarà brevissima: 1 punto in 4 partite per ‘il baffo di Preganziol’, che dopo l’incoraggiante pareggio di Cagliari, perde in rapida successione con Lazio, Siena e Chievo. Fatto fuori anche Pillon, in sella ci ritorna Orlandi, ma stavolta il miracolo non riesce: la Reggina torna in B, mancando l’appuntamento con il decimo campionato in massima serie.
2009-2010 (serie B)
Costruita per tornare subito in A, la Reggina diventa il flop del torneo cadetto. Novellino, considerato l’uomo della svolta, naufraga insieme alla sua ‘corazzata di plastica’: 9 punti in 10 giornate, l’esonero viene ufficializzato dopo la sconfitta di Torino (quarta in cinque partite). L’allenatore scelto da Foti è Ivo Iaconi, ma anche qui le cose non vanno come previsto: la Lega Pro è una minaccia sempre più concreta, Iaconi salta alla 3^ di ritorno, dopo aver perso a Vicenza. Il terzo allenatore di una delle più brutte annate di sempre, si chiama Roberto Breda, il quale viene ‘promosso’ dalla Primavera. Con Breda, la Reggina riesce ad evitare la doppia retrocessione all’ultima giornata.
2011-2012 (serie B)
BREDA-GREGUCCI-BREDA
Grazie all’ottimo campionato in quel di Salerno, Roberto Breda viene richiamato per guidare una squadra che con Atzori aveva sfiorato il ritorno in A, . La Reggina rimane quasi sempre nelle prime posizioni, ma a novembre qualcosa si rompe: i risultati cominciano a farsi deludenti, i rapporti tra l’allenatore lo spogliatoio sono tesissimi. Dopo la sosta natalizia, arriva l’esonero: Breda riceve il benservito al termine dello 0-0 di Vicenza (ultima di andata), con la Reggina ancora sesta in classifica. Le redini di una squadra privata di un giocatore che stava facendo la differenza, ovvero Simone Missiroli, vengono prese da Angelo Gregucci. Anche in questo caso però, le cose non vanno bene: i playoff si allontanano sempre di più, e dopo l’1-1 casalingo col Crotone, a 7 giornate dalla fine, Foti torna all’antico, richiamando Breda. Il ‘Breda-bis’ comincia bene (vittorie con Nocerina ed Albinoleffe), ma la sconfitta interna col Verona, a 4 turni dal termine, segna la fine dei sogni-promozione. Nelle ultime gare, gli amaranto daranno vita ad un vero e proprio sfacelo…
2012-2013 (serie B)
Dopo averlo inseguito per quasi due anni, la Reggina riesce finalmente a riportare Davide Dionigi in riva allo Stretto: l’amatissimo ex bomber amaranto aveva sfiorato per due volte la serie B con il Taranto, mancando la vittoria del girone B di Lega Pro solo per via della penalizzazione in classifica inflitta al club pugliese, alle prese con una pesante crisi economica. Anche a Reggio, Dionigi si trova a fare i conti con una situazione tutt’altro che agevole: i contratti dei fuori rosa pesano sul budget, i giocatori presi dalla Lega Pro si rivelano un fallimento. Il tecnico emiliano paga per tutti, ‘saltando’ alla 31esima giornata, dopo il ko interno col Cesena. Al suo posto, riecco Bepi Pillon, a sua volta esonerato dal Presidente Foti nella stagione 2008-2009: grazie ad un improvviso colpo di coda (7 punti nelle ultime 3 giornate), la Reggina riesce a salvarsi tra mille difficoltà.
2013-2014 (serie B)
ATZORI-CASTORI-ATZORI-GAGLIARDI/ZANIN
Tre cambi in corsa, eguagliato il “record” del 91/92. L’anno del Centenario comincia all’insegna delle grandi ambizioni, a Reggio torna l’unico tecnico capace di iniziare e finire un campionato dal dopo-Mazzarri, ovvero Gianluca Atzori. L’entusiasmo iniziale però, vacilla presto: il tecnico di Collepardo si accorge subito che il campionato da protagonista promesso alla piazza dalla società è pura utopia, l’atmosfera si incupisce ed i risultati non arrivano. Atzori viene allontanato alla 10^ giornata, in sella sale Fabrizio Castori, tecnico sanguigno e voglioso di riscatto dopo l’esonero beffa di Varese. Anche in questo caso, i buoni propositi non trovano riscontro: appena 4 punti in 6 partite, l’esperienza di Castori finisce a fine novembre, e Lillo Foti richiama in tutta fretta Atzori. Come un “flipper impazzito” tuttavia, la Reggina cambia guida tecnica per la terza volta, alla fine del girone d’andata: 1 punto in 5 partite per la terza gestione di Atzori, che viene ri-esonerato durante la pausa invernale, a seguito della sconfitta di Terni.
Agli inizi del 2014, ecco l’inedita coppia “fatta in casa”, formata da Franco Gagliardi e Diego Zanin: il primo non allena da quasi 6 anni, nel corso dei quali ha diretto gli osservatori di via delle Industrie, mentre il secondo viene prelevato direttamente dalla Primavera amaranto. L’inizio è piacevolmente sorprendente, con 8 punti in 4 giornate, ma dopo la rovinosa sconfitta interna col Crotone il cammino si trasforma in un lento, inesorabile calvario calcistico…
COZZA-TORTELLI/PADOVANO/MOZART-ALBERTI-TEDESCO
Altri tre cambi, per un altro campionato da incubo. Dopo l’iscrizione sul filo di lana, si punta su un’altra “bandiera” per ricostruire. Ciccio Cozza torna in riva allo Stretto, stavolta con i galloni di allenatore. Tra sfortuna, calciatori scontenti e problemi societari, il giocattolo si rompe dopo 13 giornate, con l’ex capitano che decide di dimettersi al termine della sconfitta interna contro la Salernitana. “Non ci sono le condizioni per fare il calcio che voglio io”, dirà Cozza in sala stampa.
Al posto dell’allenatore di Cariati, subentra un trio made in Sant’Agata: in panchina vanno un collaboratore tecnico del settore giovanile ed il vice dello stesso Cozza, ovvero Pierantonio Tortelli (per lui, anche esperienze in serie D) e Giuseppe Padovano. Benché sia sprovvisto di patentino tuttavia, un ruolo centrale ce l’ha Santos Batista Mozart, altro amatissimo ex calciatore arrivato in estate nelle vesti di collaboratore tecnico. Il triumvirato è brevissimo: tre partite ed altrettante sconfitte, neanche un gol all’attivo.
Ad inizio dicembre, dopo la sconfitta di Torre Annunziata, tocca a Roberto Alberti, ennesimo ex calciatore amaranto. La speranza è quella che Alberti possa ripetere l’impresa compiuta a Bari insieme a Zavettieri, e dopo qualche difficoltà iniziale, i risultati sembrano arrivare. Dal derby di Cosenza in poi tuttavia, la situazione diventa di nuovo critica, complici nuove penalizzazioni: 7 punti in 10 gare, anche Alberti fa le valigie dopo il 2-2 col Savoia. Per il rush finale, nuova soluzione “fatta in casa”: Giacomo Tedesco viene promosso dalla Berretti alla prima squadra, e tra mille peripezie (problemi economici, punti ridati etc.), riesce a portare i suoi ai playout, compiendo il capolavoro nella doppia sfida col Messina. Una salvezza storica, anche se resa inutile dal successivo fallimento del club.
2018/2019 (Lega Pro)
Dopo tre anni di “tranquillità”, la panchina amaranto torna bollente. Il nuovo proprietario della Reggina, Luca Gallo, firma il suo primo ribaltone a neanche un mese dal suo avvento, Cevoli paga con l’esonero le grandi ambizioni del club al termine del ko casalingo nel derby col Catanzaro, a dispetto di una classifica che vede gli amaranto in piena zona playoff.
Al suo posto c’è Massimo Drago, fermo da due anni e mezzo dopo le esperienze in B con Crotone e Cesena. Il cambio, si rivela un flop: appena 9 punti in 9 partite, prestazioni quasi sempre pessime e playoff seriamente a rischio. Reggina-Sicula Leonzio rappresenta il capolinea, la Reggina richiama Cevoli e gli affida il compito di condurre la barca in porto, quando alla fine della stagione regolare mancano quattro giornate…
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